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Italian Constitutional and Electoral reforms, work in progress
An achievable target or a further never ending story?
Friday 10th October 2014 7 pm
King’s College London
Strand campus
Riverside room
Il Partito Democratico London & UK in collaborazione con la King’s College Italian Society organizzano la tavola rotonda
“Italian Constitutional and Electoral reforms, work in progress: an achievable target or a further never ending story?”
Dal sito del PD London & UK
Due dei temi più discussi ma anche rappresentativi di questo Governo sono la riforma costituzionale, già approvata al Senato e la riforma elettorale, approvata solo alla Camera ma già ritornata in work in progress. Molto della credibilità del Governo Renzi è affidata al successo di queste due riforme che sono diventate emblematiche della capacità dell’esecutivo di dialogare e negoziare con diverse forze parlamentari, anche in modo controverso, per la promozione di riforme condivise.
Il PD di Londra ha organizzato una Tavola Rotonda il 10 Ottobre durante la quale i nostri invitati Prof. Gianfranco Pasquino, Senatore Felice Casson, Onorevole Ivan Scalfarotto con la moderazione del Professor David Hine presenteranno le riforme esprimendo le loro posizioni, e le compareranno con altri sistemi bicamerali europei.
Questa Tavola Rotonda avrà lo scopo di spiegare su cosa vertono le riforme, capire in quale direzione stanno andando e, soprattutto, di valutare se veramente porteranno a maggiori stabilità ed efficienza nella macchina decisionale statale.
Ma le domande fondamentali che ci porremo sono: queste riforme sono davvero alla portata di questo Governo e di questo Parlamento? A che modello di Governo si punta? Che modello di Stato per l’Italia?
I nostri ospiti ci aiuteranno a fare chiarezza su questi temi, e ad affrontarne tutti i punti di domanda.
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Vi faccio la sintesi del discorso di Renzi in #DirezionePD

“sintesi” del discorso di Matteo Renzi alla Direzione del Partito Democratico, 31 luglio 2014
La situazione non è strepitosa, ma, Stefano, Marianna, Luca, Francesca, voi siete bravissimi. Ringrazio anche i senatori che si preparano eroicamente a fare i tacchini. Il treno delle riforme va come una lumaca, ma con l’espediente del canguro lo cambieremo quel Senato. Immagino già i salti di gioia degli Europei a fine agosto quando, ma anche no, gli offriremo su un piatto d’argento la testa di 215 senatori. Sarà una spinta fortissima per l’economia italiana che non ha bisogno di nessun Cottarelli. Le spese le tagliamo noi, vero, Pier Carlo?
Abbiamo avuto il 41 per cento e non c’è esperto che tenga di fronte a un tal consenso popolare. Magari, cambieremo anche la legge elettorale (voce dal fondo: ma non era intoccabile? allora non era neanche perfetta). Datemi un mandato a parlarne con Berlusconi. Ah, Giachetti si sente spiazzato? Peggio per lui, dovrebbe averlo capito che io sono un’anguilla. Non mi formalizzo se la riscriviamo da capo a fondo, tranne il premio di maggioranza che, mica son bischero, mi serve anche a mettere a posto, cioé a lasciare a casa, quelli di Sel. Neanche il testo che uscirà dal Senato assomiglia a quello che Maria Elena aveva portato. A me basta dire che, dopo trent’anni di dibattiti, noi le riforme le facciamo (voce dal fondo: ma la legge elettorale è cambiata già due volte negli ultimi vent’anni; e il Titolo V l’ha riformato proprio il centro-sinistra; non erano riforme? non erano riformatori?).
Non vedete come sono rilassato. La poltrona me l’avete data e me la tengo fino a quando vorrò. Appoltronati sono i Senatori che non vogliono perderla. Come, dite che Vannino Chiti ha vinto diverse elezioni senza aiutini e che di poltrone non ne ha bisogno? Ma è vero che Felice Casson non perderebbe granché tornando a fare il magistrato? Sì, mi ricordo che Massimo Muchetti è un giornalista professionista del “Corriere” e che Mineo è un pensionato Rai di lusso. Allora, non sono le poltrone che vogliono, ma, possibile?, hanno in mente una riforma del Senato migliore della mia? Fatemi parlare con Maria Elena.
Comunque, potete vedere che io sono assolutamente tranquillo. Colgo l’occasione per ringraziare i molti giornalisti che continuano a dire e a scrivere “settimana decisiva per le riforme”. Gliene daremo almeno un’altra decina di settimane decisive e, poi, anche se non lo vogliono, daremo loro un bel referendum. Ah, dite che non sanno neanche di che cosa parlano quando analizzano le riforme. Non sono mica gli unici. Questo è il paese che amo, queste sono le giornaliste che apprezzo. Suona la campanella. La Direzione (la ricreazione) è finita.
Pubblicato su Futuroquotidiano.com il 2 agosto 2014


