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Svolta europeista per salvare il governo Conte
La ricerca di una maggioranza più solida a sostegno del governo Conte, quello esistente, ma, eventualmente, anche quello futuro, si presenta tutt’altro che facile. Deve evitare di dare vita a una situazione “raffazzonata” e “raccogliticcia”, vale a dire, senza principi condivisi e con parlamentari di varia provenienza tenuti insieme soltanto dal desiderio, pur legittimo, di non andare a elezioni anticipate e non perdere il seggio. Inoltre, quel gruppo/gruppetto ha bisogno, a norma di regolamento, del nome di un partito presentatosi alle elezioni del marzo 2018. La scoperta che l’on Cesa, capo dell’UDC, potrebbe essere coinvolto in attività della ‘ndrangheta in Calabria rende improbabile l’utilizzazione di quel nome e simbolo anche se, forse, potrebbe facilitare la migrazione di senatori che vi si siano identificati.
Uno dei punti di forza del discorso e del governo Conte è il richiamo all’Unione Europea. Grazie all’impegno e alla credibilità del Presidente del Consiglio l’Italia potrà disporre di 209 miliardi di Euro, 129 sotto forma di prestiti a bassissimi tassi di interesse e 80 come sussidi da non restituire. Questa massa di soldi arriveranno all’Italia una volta valutati i programmi di investimenti in alcune aree privilegiate, dall’economia verde alle infrastrutture, dalla digitalizzazione alla coesione sociale, i loro tempi, la loro fattibilità. Vi si possono aggiungere 36-37 miliardi di Euro del MES esclusivamente per spese sanitarie dirette e indirette. Finora il Movimento 5 Stelle ha opposto un rigido rifiuto e, non casualmente, Renzi ha posto l’accento sull’utilità di un ricorso immediato al MES che è anche la posizione del Partito Democratico e di Forza Italia. Dunque, dire sì al MES può significare inserire un’utile contraddizione nello schieramento di centro-destra e mandare un messaggio positivo ai senatori/senatrici di Forza Italia in condizione di disagio.
Il nucleo portante della rinnovata azione di governo, quella che giustificherebbe anche una maggioranza più coesa e indispensabilmente allargata è proprio costituito da una decisa svolta europeista. Conte potrebbe sfidare ItaliaViva ad essere coerente su questo terreno e incoraggiare la formazione di un gruppo di parlamentari di diverse provenienza, ma tutti orientati a mettere in evidenza la loro comune posizione europeista. Lì potrebbe trovarsi il sen. Nencini, socialista; lì potrebbe giungere la sen. Bonino della lista Più-Europa; lì finirebbero anche gli ex-democristiani che sempre furono europeisti nonché gli europeisti di Forza Italia. Un gruppo di questo genere darebbe un contributo positivo essenziale al rafforzamento numerico, ma anche politico del governo.
Nel 1941 l’ex-comunista Altiero Spinelli, il radicale Ernesto Rossi, il socialista Eugenio Colorni scrissero che sarebbe venuto il tempo di sostituire alla declinante differenziazione “destra/sinistra” quella fra i contrari all’unificazione politica dell’Europa e i favorevoli. Ottanta anni dopo a Conte si presenta l’opportunità di contribuire alla realizzazione di questa profezia.
Pubblicato AGL il 22 gennaio 2021