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La democrazia dell’astensione e i trucchetti della destra @DomaniGiornale

Gradualmente, con bassi e alti, impuntature e contraddizioni, giravolte e regressi, sembra che coloro che frequentano il “capo largo” abbiano finalmente appreso l’abc della politica: Avanzare Bene Coalizzandosi. Non tutti, per carità, hanno colto appieno l’insegnamento. Appesantito dal suo ego, qualcuno rilutta e aspetta, talvolta intralcia, ma la lezione è chiara e gli elettori sembrano apprezzarla. Non vogliono perdere quello che hanno (avuto) da buone amministrazioni di centro-sinistra. Vogliono ottenerlo quando le promesse di candidature adeguate e condivise appaiono preferibili rispetto alle prestazioni degli amministratori del centro-destra. Azzardato è sostenere come, sull’onda dell’entusiasmo ha affermato Elly Schlein, che nel voto favorevole al centro-sinistra stanno anche la richiesta di più fondi alla sanità pubblica e la critica all’autonomia regionale (malamente) differenziata. Gli elettori, almeno la maggior parte di loro, ragionavano su tematiche locali, evidenti, urgenti, importanti, ma, certo anche il rumore di fondo di brutte riforme nazionali ha influito sul loro voto. Non è forse inutile ricordare ai dirigenti del centro-sinistra che sulle tematiche più propriamente relative al governo nazionale: aggressione russa all’Ucraina e europeismo, le differenze fra loro restano, con parte degli elettori non disponibili a premiare potenziali governanti che non offrissero una visione convincente, condivisa e praticabile.
Già, gli elettori. L’astensionismo che cresce si offre a molteplici interpretazioni, la meno accettabile delle quali mi pare il disagio. Piuttosto, a livello delle emozioni, porrei l’accento sull’indifferenza (l’uno o l’altra per me pari sono) e sull’alienazione (va male, andrà peggio, non ci posso fare niente). Non escludo i “soddisfatti” (comunque si me la cavo abbastanza bene chiunque vinca). Il punto, però, è che, non solo il voto è “dovere civico” (art. 48 della Costituzione bellina), ma in democrazia è, più che auspicabile, raccomandabile che il maggior numero possibile di cittadini esprima le sue preferenze, sia coinvolta, partecipi. Se la partecipazione è un obiettivo di sinistra, allora dirigenti e attivisti del centro-sinistra dovrebbero dedicare molte più energie a raggiungere elettori fuoriusciti e elettori mai entrati. La democrazia può funzionare anche con alti tassi di astensionismo, ma la sua qualità non sarà buona e le diseguaglianze rimarranno molte e alte, se non addirittura cresceranno.
Pur essendo per lo più vero che al secondo turno elettorale e al ballottaggio (non sono la stessa cosa) diminuiscono gli elettori, stabilire che per vincere la carica in palio sia sufficiente il 40 per cento dei voti (con il perdente magari al 39 per cento) non avrà nessun effetto sul tasso di astensione. Invece, avrebbe effetti negativi sulla legittimità e sulla rappresentatività del candidato vittorioso, proprio quella legittimità e rappresentatività che la maggioranza assoluta garantisce. Qui, il punto è che il ballottaggio è un ottimo strumento politico per i candidati rimasti in lizza e per gli elettori. I primi sono obbligati a cercare voti allargando lo schieramento che li sostiene e prefigurando la coalizione di governo. I secondi ottengono maggiori informazioni e sanno di disporre di un voto decisivo. Chi rinuncia a questa opportunità si assume la responsabilità dell’eventuale elezione del candidato meno gradito. Chi vota al secondo turno ha preferenze più intense e esprime maggiore impegno politico. Il Presidente del Senato La Russa e i leghisti firmatari del disegno di legge (però, che cattivo gusto presentarlo sull’onda di una sconfitta!) che chiamerò “40 per cento ebbasta”, hanno paura di questi elettori? E, forse, stanno anche prefigurando una inaccettabile soglia per l’elezione popolare diretta del Presidente del Consiglio? No, grazie.
Articolo pubblicato il 26 giugno 2024 su Domani
INVITO Libertà. Opinione pubblica, partecipazione e ruolo degli intellettuali #23marzo #Fano
Sabato 23 marzo ore 18
Sala ipogea, Mediateca Montanari – Memo, Fano
Libertà. Opinione pubblica, partecipazione e ruolo degli intellettuali
Incontro con Gianfranco Pasquino
professore emerito di Scienza politica
Il professore dialoga con il giornalista Dario Biagi
In diretta anche su FB MEMO – Mediateca Montanari

INVITO Le culture politiche in Italia #23novembre2018 #Bologna #Democrazia #Cultura #Coesione #Partecipazione
Apprendere per partecipare è uno degli strumenti più idonei per tracciare una strada, per interpretare il cambiamento e per realizzare percorsi di cittadinanza attiva e consapevole.
2° seminario
LE CULTURE POLITICHE IN ITALIA
Sala dello Zodiaco, Palazzo Malvezzi
Sede della Città Metropolitana di Bologna
Via Zamboni, 13 Bologna
23 novembre 2018
Ore 10:30
Gianfranco Pasquino
Professore Emerito di Scienza politica Università di Bologna
“Le culture politiche in Italia”
Partecipare migliora la vita e la politica. Si può; si deve #IlRaccontodellaPolitica
IL RACCONTO DELLA POLITICA
Lezione 5Partecipare migliora la vita e la politica. Si può; si deve
“Partecipo perché credo di poter influenzare gli avvenimenti politici. Ma anche se non ci riuscissi, partecipo perché voglio stare insieme con i miei amici che partecipano, con i miei genitori che mi hanno insegnato che partecipare è importante, con i miei colleghi di lavoro, con la mia esigente compagna. Condividiamo condizioni di vita, abbiamo aspettative comuni per il futuro, vogliamo agire insieme e se possibile migliorare.”
La Costituzione è ancora il Patto fondamentale che lega tutti i cittadini e le Istituzioni? #6settembre #Cesena
Alcune parole chiave: Sovranità, Culture politiche, Asilo, Partecipazione, Partiti, Conflitto di interessi, Leggi elettorali, Senza vincolo di mandato, Governo, Antifascismo, Modificare la Costituzione
Associazione Benigno Zaccagnini Cesena
giovedì 6 settembre 2018 ore 17.30
Aula Magna Biblioteca Malatestiana CesenaGianfranco Pasquino
La Costituzione è ancora il Patto fondamentale
che lega tutti i cittadini e le Istituzioni?
Cultura politica e nuove forme di partecipazione VIDEO @RadioRadicale
Nell’ambito del convegno organizzato da “Sinistra Anno Zero”, dal network “Ripensare la Sinistra” e dalla “Treccani. La Cultura Italiana”
Nelle grandi fratture. Un confronto tra generazioni
Roma – Piazza della Enciclopedia italiana
13 luglio 2018
Gianfranco Pasquino
“Cultura politica e nuove forme di partecipazione”
coordina Giacomo Bottos
Registrazione a cura di Radio Radicale
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Cultura politica e nuove forme di partecipazione #Roma #13luglio
Nell’ambito del convegno organizzato da “Sinistra Anno Zero”, dal network “Ripensare la Sinistra” e dalla “Treccani. La Cultura Italiana”
Nelle grandi fratture. Un confronto tra generazioni
Roma – Piazza della Enciclopedia italiana, 4
13 luglio 2018 ore 9.30
Cultura politica e nuove forme di partecipazione
coordina Giacomo Bottos
relazioni
Alfonso Musci
Gianfranco Pasquino
interventi di Nicolò Carboni, Domenico Cerabona, Rosa Fioravante, Tommaso Giuntella, Nadia Urbinati






