
Con Gianfranco Pasquino non si sta mai seduti comodamente sul divano della ragione. Non ci sarebbe bisogno di specificarlo, ma si tratta di un complimento per un intellettuale che ha avuto una brillantissima carriera senza mai tenersi i sassolini nelle scarpe. Che ha avuto incarichi prestigiosi (è professore emerito di Scienza Politica dell’Università di Bologna e socio dell’Accademia dei Lincei) ma senza mai rinunciare a dire i «sì» che voleva dire e i «no» che servivano, che erano necessari. In un mondo, come quello accademico, incentrato molto sulle relazioni non è una strada scontata da seguire. Dentro questo spartito si può leggere anche la sua ultima fatica letteraria «Fuori di testa» errori e orrori di politici e comunicatori scritto per paesi edizioni e che verrà presentato domani all’Ambasciatori alle ore 18. E naturalmente visto che lo spirito combattivo del Prof non si esaurisce mai, chi è stato invitato a presentare il libro? Comunicatori e politici. Tra gli altri ci saranno l’assessore regionale alla Cultura, Mauro Felicori e il senatore Marco Lombardo mentre a introdurre la serata sarà Marco Crisci di Geopolis.
Qualche tempo fa presentando il suo libro «Il lavoro intellettuale. Cos’è, come si fa, a cosa serve» edizioni Utet, il professor Pasquino disse che quello sarebbe stato il suo ultimo libro. Per fortuna era una bugia. E così è nato «Fuori di testa», un diario quotidiano in cui racconta le sue giornate bolognesi, le sue partecipazioni alle trasmissioni politiche in tv, i suoi editoriali per Domani, i suoi scritti, le sue letture, la presentazione dei suoi libri in giro per l’Italia, gli incontri con gli ex studenti, le discussioni al Mulino e all’Accademia dei Lincei, l’amore per il Torino e per la sua Virtus, i figli. C’è il suo consueto «scrivere contro» pronto con la matita rossa, soprattutto quando si parla di riforme costituzionali e della riforma del premierato voluta dalla premier Giorgia Meloni che, per usare un eufemismo, non convince il Prof. Gli strali di Pasquino sono rivolti contro politici e comunicatori accusati di superficialità e di molto altro. L’ultima puntata del diario è dedicata non a caso alla giornata di celebrazioni per l’Archiginnasio d’oro a Romano Prodi, al suo abbraccio immortalato dai fotografi con l’ex presidente del Consiglio, pagine che diventano l’occasione per una riflessione sulla sua città d’adozione, Bologna, sulle persone che hanno scelto di viverla e di viverci. Perché partendo dalla «dichiarazione d’affetto» per la città di Prodi che ne ricorda le sue tante eccellenze, l’autore del libro conclude che effettivamente «Bologna e i suoi cittadini, anche quelli acquisiti, hanno qualcosa in più».
Pubblicato il 6 ottobre sul Corriere di Bologna


Gianfranco Pasquino
Paesi Edizioni