Grazie all’Associazione La Meridiana di Rivoli

Il politologo Gianfranco Pasquino vive a Bologna , è nato a Trana nel 1942 (i suoi genitori erano lì sfollati in tempo di guerra), si è laureato a Torino ma non era mai stato a Rivoli. Professore emerito di Scienza politica , è assai noto per i suoi sagaci commenti sull’attualità politica in TV.
L’associazione culturale “La Meridiana” lo ha invitato a Rivoli mercoledì 16 aprile. Il tema dell’incontro pubblico in piazza San Rocco “Crisi democratica? Il caso Italia” è stata l’occasione per i numerosi presenti di poterlo ascoltare e dialogare con lui.
L’Italia ha la fortuna – sostiene Pasquino – di avere dal 1948 una costituzione repubblicana strutturata in chiave antifascista, anche se il fascismo e i suoi eredi più o meno diretti hanno continuato ad essere presenti nella nostra società, da Almirante nell’immediato dopoguerra in poi e, soprattutto, dal 1993, anche nelle istituzioni dopo lo sdoganamento di Berlusconi della destra post-fascista in occasione delle elezioni a sindaco di Roma (Rutelli vs. Fini), che vede da anni, a fasi alterne, e oggi al governo forze che da quella matrice originano.
Vivace la discussione sul ruolo dei partiti, di cui Pasquino sottolinea la centralità costituzionale (art.49) di determinare la politica nazionale, con metodo democratico e quindi liberi di organizzarsi autonomamente.
Non auspica obbligatorie per i partiti , dice, le c.d. primarie, che parte dei presenti in sala vorrebbero disciplinate per legge in caso di loro svolgimento, bensì una legge elettorale che mettesse ogni singolo candidato di fronte agli elettori, che è risaputo non essere oggi il nostro caso.
Puntuale è stata l’analisi del ruolo egemone del governo, che di fatto annichilisce il ruolo del parlamento a suon di decreti-legge ( e questo da trent’anni e non solo in Italia). Nella sostanza stanno andando in soffitta 300 anni di Montesquieu e il checks and bilances di americana memoria . Pare qui resistere, chissà ancora per quanto, solo la magistratura, permanentemente sotto attacco di una destra maggioritaria anche nel comune sentire del paese, parte della quale propugna, sostanzialmente, una sorta di ripristino del privilegium fori a beneficio del politico eletto dal popolo che, se delinque, andrebbe giudicato
esclusivamente dai suoi pari e non già dalla magistratura ordinaria, come il resto dei comuni mortali.
La democrazia pare talvolta in affanno, ma sostanzialmente “tiene” ancora, in tutta Europa, contro gli attacchi delle forze sovraniste e populiste che mal sopportano l’Unione europea (quella degli auto-dazi), in un mondo pieno di incognite per il futuro.
Il prof. Pasquino, a precisa domanda, ha condannato infine senza se e senza ma l’invasione russa dell’Ucraina e il diritto di quest’ultima di difendere i propri confini ed ha giudicato brutalmente esagerata la reazione di Netanyahu a Gaza dopo il massacro di 1200 ebrei perpetrato da Hamas il 7 ottobre 2023, in quanto Bibi è convinto che solo continuando la guerra potrà evitare di rispondere di reati di corruzione, frode e abuso di potere di fronte ad un tribunale israeliano e magari finire in galera.
Al termine il socio artista del legno Michele Romanelli ha donato al prof. Pasquino un piatto di legno intarsiato con dedica.

E grazie a Marco Margrita per il suo gentile post Facebook
“Cerco sempre di non cadere nell’autoinganno che essere operatori culturali sia la mera costante ricerca di strapuntini purchessia (per offrire lezioni, ordinariamente pure non richieste) o d’incrociare un obiettivo fotografico (per certificarsi esistente in vita con qualsivoglia ruolo). Fare cultura, ne sono convinto, è innanzitutto cogliere le occasioni in cui si può imparare. Senza trincerarsi nei settarismi, così praticando per davvero la laicità, non temendo le differenze. Per questo ieri ho con piacere accolto l’invito degli amici de La Meridiana Associazione Culturale e partecipato ieri sera all’incontro con il professor Gianfranco Pasquino. Una lectio magistralis, quella di questo giovanissimo ottantatreenne in cui leggerezza e profondità hanno trovato una sintesi mirabile.
Una vera “apologia della politica”, senza un’oncia di retorica e con la sagace ironia di chi sa bene di cosa parla (e non teme, quindi, di andare contro lo spirito dei tempi).
Un paio d’ore scorse rapide, tra puntualizzazioni di dottrina (viviamo tristi tempi nei quali cosa significhi “la sovranità appartiene al popolo” andrebbe spiegato ai rappresentanti del popolo, in difficoltà con il ripetere a memoria il primo articolo della Costituzione figurarsi a capirlo in tutte le sue implicazioni) e aneddoti della sua esperienza parlamentare. Gustosissimo, tra questi ultimi, quello sullo “scambio di favori” con il Bobbio senatore a vita: “dopo aver partecipato a una seduta della Commissione Affari Costituzionali assai banale, mi chiese la cortesia di avvisarlo in anticipo perché potesse partecipare alle riunioni dove si discutesse qualcosa di veramente importante. Accettai, in cambio chiedendogli di poter usare il suo ben più comodo ufficio di senatore a vita. Indubbi affari costituzionali… per entrambi”.
Riflessioni sulla democrazia dei partiti e nei partiti. Il giusto ribadire che “non esiste alcuna Seconda Repubblica, al massimo una seconda fase della Repubblica”. Una netta stroncatura del premierato (condivisibile) e una chiara opzione per il maggioritario (meno condivisibile, anche se il “doppio turno” potrebbe essere un’accettabile mediazione per un incallito proporzionalista come il sottoscritto). E tanto, tanto altro.
Una serata ben spesa. Se poi ci aggiungete che il professore è valsangonese per nascita, seppur “accidentalmente” causa sfollamento a Trana dei suoi genitori, e granata…”