SCO 2025. Cina, Russia e India pronti alla nuova governance globale anche sulla tecnologia.

di Flavio Fabbri | 2 Settembre 2025
Il vertice dell’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai segna un passo in avanti nell’asse Pechino-Mosca-Delhi. Infrastrutture, materie prime, tecnologie e dazi americani ridisegnano gli equilibri globali, rafforzando la cooperazione asiatica e mettendo in discussione vecchi ordini. L’intervento di Gianfranco Pasquino.
“Difficile dire quali saranno le conseguenze concrete del vertice dell’Organizzazione per la cooperazione tenutosi a Shangai. Per quel che sappiamo pare opportuno che il giudizio rimanga per metà sospeso e per metà meriti di essere piuttosto negativo. Certamente quegli stati e i loro leader non sapranno costruire un nuovo ordine mondiale. Hanno contribuito per insipienza e per prepotenza al disordine. Non hanno elaborato e diffuso idee sulle loro preferenze (ma qualche riprovevole fattaccio, sì). Non risolveranno il problema, ma continueranno ad essere parte cospicua di quel problema“, ci ha spiegato Gianfranco Pasquino, accademico dei Lincei, Professore emerito di Scienza politica all’Università di Bologna.
“La dichiarazione di Tianjin sul “rispetto del diritto dei popoli a scegliere in modo indipendente e democratico i propri percorsi di sviluppo politico e socio-economico” è CLAMOROSAMENTE contraddetta – ha proseguito Pasquino – da un lato, dalla continuazione dell’aggressione russa all’Ucraina, dall’altro, dalle palesi mire della Cina su Taiwan nonché dalle modalità di “normalizzazione” di Hong Kong (da non dimenticare). Per di più, come opportunamente nota Flavio Fabbri, “Pechino reclama un ruolo chiave e di guida” (sicuramente non basato sul soft power) che, la Russia forse sarà costretta a riconoscere, ma che l’India proprio non può permettersi di accettare“.
“Tutti o quasi guidati in maniera autoritaria, con l’eccezione democratica dell’India che Modi sta erodendo, gli stati firmatari condividono due caratteristiche fondamentali: un notevole livello di repressione e un alto grado di corruzione politica, economica, sociale. Su questi due pilastri non si costruirà nessun nuovo ordine internazionale. Anzi, ben presto emergeranno le contraddizioni nei comportamenti dei firmatari e nelle loro interazioni.
In maniera molto ingenerosa, si critica l’Europa per la sua assenza, quasi rassegnazione. Ma a che cosa? L’Unione Europea è impegnata su una pluralità di fronti in azioni di cooperazione allo sviluppo e di sostegno internazionale. Deve legittimamente astenersi da critiche esplicite a fenomeni incompiuti che non può in nessun modo condividere. La sua stessa esistenza e le sue attività mantengono accesa la torcia dei diritti umani e della democrazia. Lo sanno benissimo tutti i migranti che approdano sulle spiagge europee perché in Europa vogliono venire a vivere, lavorare, fare crescere i figli, persino tornare a fare politica“, ha precisato Pasquino.
“Quando nascerà un nuovo ordine internazionale decente post-liberale, alcuni dei governanti dello SCO avranno perso le loro cariche e, forse, i precedenti degli autoritarismi repressivi insegnano, anche la vita. Quel nuovo ordine non avrà nulla o quasi da spartire con le ambizioni egoiste, gli interessi particolaristici e gli opportunismi dei firmatari della dichiarazione di Tianjin. Saranno i principi e i valori dell’Unione Europea a costituirne le fondamenta“, ha sottolineato Pasquino.