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VIDEO La libertà degli altri – Eranos-Jung Lectures Foundation Eranos a partire da Libertà inutile Profilo ideologico dell’Italia repubblicana @UtetLibri

Conferenza: “La libertà degli altri”

Eranos-Jung Lectures: “Meditazioni sulla libertà. L’autonomia allo specchio della vulnerabilità, tra paranoia e responsabilità”

15 ottobre 2021

Auditorium, Monte Verità, Ascona

Moderatore: Prof. Fabio Merlini (Fondazione Eranos, Ascona, e IUFFP, Lugano)

Introduzione

Gli uomini (e le donne) sono, secondo Aristotele, “animali politici”, vale a dire che vivono nella polis. Lì quegli uomini e quelle donne si riconoscono reciprocamente spazi di libertà, diritti e doveri, responsabilità. Creano le indispensabili istituzioni e regole. Talvolta, però, hobbesianamente, quando manca l’ordine politico, homo homini lupus. Rimangono “animali” politici, ma mettono la loro convivenza e le loro libertà in pericolo. La creazione/imposizione dall’alto dell’ordine politico non è sufficiente, poiché tutto dipende dalla qualità di quell’ordine e delle libertà che possono essere esercitate. La libertà dallo Stato e dalle sue interferenze è necessaria, ma può, a determinate condizioni e secondo precise modalità, essere limitata. La libertà di azione e di partecipazione dipende da criteri e opportunità, da regole che ne stabiliscano gli ambiti e le conseguenze e dall’esercizio della responsabilità secondo l’etica delineata da Max Weber. Poiché il poeta, John Donne, ha ragione e coglie il senso più profondo della convivenza: no man is an island, il discorso sulla libertà va condotto con riferimento alle relazioni sociali. Saremo tutti più responsabili quando riconosceremo le libertà degli altri. Saremo meno vulnerabili quando sapremo associarci per risolvere i problemi. Saremo tutti più liberi quando riusciremo a creare capitale sociale.

Relatore

Gianfranco Pasquino, torinese, è Professore Emerito di Scienza politica all’Università di Bologna. Si è laureato in Scienza politica con Norberto Bobbio e specializzato in Politica comparata con Giovanni Sartori. Fra i fondatori della “Rivista Italiana di Scienza Politica”, ne è stato Redattore capo e Condirettore. Ha altresì diretto la rivista “il Mulino”. È stato Visiting Professor alla School of Advanced International Studies di Washington, D.C., all’Università di California, Los Angeles e all’Instituto Juan March di Madrid e Fulbright Distinguished Lecturer all’Università di Chicago. Autore di numerosi volumi, è particolarmente orgoglioso di avere condiretto con Bobbio e Nicola Matteucci il Dizionario di Politica (2016, 4a edizione). I suoi libri più recenti sono Italian Democracy. How It Works (Routledge, 2020), Minima Politica. Sei lezioni di democrazia (UTET, 2020) e Libertà inutile. Profilo ideologico dell’Italia repubblicana (UTET, 2021). Già Presidente della Società Italiana di Scienza politica, ha ricevuto quattro lauree ad honorem. Dal 1983 al 1992 e dal 1994 al 1996 è stato Senatore della Repubblica italiana. Dal luglio 2005 è Socio dell’Accademia dei Lincei.

L’edizione 2021 delle Eranos-Jung Lectures è dedicata al tema “Meditazioni sulla libertà. L’autonomia allo specchio della vulnerabilità, tra paranoia e responsabilità”. Abbandonata al suo solo desiderio di affermazione, la libertà rischia di trasformarsi in uno strumento di sopraffazione. Per questo, si potrebbe dire, la libertà va protetta da se stessa. E l’unico modo per farlo è associare all’esercizio della libertà il senso della responsabilità. Confrontati alla nostra vulnerabilità, nella complicazione delle molteplici crisi cui siamo soggetti oggi (economica, sanitaria, ecologica, interiore…), dobbiamo imparare a ripensare l’idea della libertà alla luce delle obbligazioni che fanno di ognuno di noi un “essere di relazioni”. Impegnarsi lungo questa via significa dare una chance alla nostra fragilità inaggirabile, affinché essa resista consapevolmente alla tentazione dei comportamenti paranoici: una tentazione, del resto, sempre in agguato, il cui esito finale è la tirannia.

La libertà degli altri #15ottobre ore 18.30 Conferenza in diretta streaming da #Ascona Foundation Eranos a partire da Libertà inutile Profilo ideologico dell’Italia repubblicana @UtetLibri

La conferenza sarà fruibile anche in diretta streaming, via Zoom:

https://us02web.zoom.us/j/86769877854

La video-registrazione, dopo la post-produzione, sarà caricata nel canale YouTube della Fondazione:

https://www.youtube.com/channel/UCHDgqyYwulAveMQal16R0lw

Conferenza: “La libertà degli altri”

Relatore: Prof. Gianfranco Pasquino (Università di Bologna)

Ciclo: Eranos-Jung Lectures: “Meditazioni sulla libertà. L’autonomia allo specchio della vulnerabilità, tra paranoia e responsabilità”

Data: 15 ottobre 2021, ore 18:30

Luogo: Auditorium, Monte Verità, Ascona e Zoom (https://us02web.zoom.us/j/86769877854)

Moderatore: Prof. Fabio Merlini (Fondazione Eranos, Ascona, e IUFFP, Lugano)

Discussione

Rinfresco e incontro con il relatore

Introduzione

Gli uomini (e le donne) sono, secondo Aristotele, “animali politici”, vale a dire che vivono nella polis. Lì quegli uomini e quelle donne si riconoscono reciprocamente spazi di libertà, diritti e doveri, responsabilità. Creano le indispensabili istituzioni e regole. Talvolta, però, hobbesianamente, quando manca l’ordine politico, homo homini lupus. Rimangono “animali” politici, ma mettono la loro convivenza e le loro libertà in pericolo. La creazione/imposizione dall’alto dell’ordine politico non è sufficiente, poiché tutto dipende dalla qualità di quell’ordine e delle libertà che possono essere esercitate. La libertà dallo Stato e dalle sue interferenze è necessaria, ma può, a determinate condizioni e secondo precise modalità, essere limitata. La libertà di azione e di partecipazione dipende da criteri e opportunità, da regole che ne stabiliscano gli ambiti e le conseguenze e dall’esercizio della responsabilità secondo l’etica delineata da Max Weber. Poiché il poeta, John Donne, ha ragione e coglie il senso più profondo della convivenza: no man is an island, il discorso sulla libertà va condotto con riferimento alle relazioni sociali. Saremo tutti più responsabili quando riconosceremo le libertà degli altri. Saremo meno vulnerabili quando sapremo associarci per risolvere i problemi. Saremo tutti più liberi quando riusciremo a creare capitale sociale.

Relatore

Gianfranco Pasquino, torinese, è Professore Emerito di Scienza politica all’Università di Bologna. Si è laureato in Scienza politica con Norberto Bobbio e specializzato in Politica comparata con Giovanni Sartori. Fra i fondatori della “Rivista Italiana di Scienza Politica”, ne è stato Redattore capo e Condirettore. Ha altresì diretto la rivista “il Mulino”. È stato Visiting Professor alla School of Advanced International Studies di Washington, D.C., all’Università di California, Los Angeles e all’Instituto Juan March di Madrid e Fulbright Distinguished Lecturer all’Università di Chicago. Autore di numerosi volumi, è particolarmente orgoglioso di avere condiretto con Bobbio e Nicola Matteucci il Dizionario di Politica (2016, 4a edizione). I suoi libri più recenti sono Italian Democracy. How It Works (Routledge, 2020), Minima Politica. Sei lezioni di democrazia (UTET, 2020) e Libertà inutile. Profilo ideologico dell’Italia repubblicana (UTET, 2021). Già Presidente della Società Italiana di Scienza politica, ha ricevuto quattro lauree ad honorem. Dal 1983 al 1992 e dal 1994 al 1996 è stato Senatore della Repubblica italiana. Dal luglio 2005 è Socio dell’Accademia dei Lincei.

L’edizione 2021 delle Eranos-Jung Lectures è dedicata al tema “Meditazioni sulla libertà. L’autonomia allo specchio della vulnerabilità, tra paranoia e responsabilità”. Abbandonata al suo solo desiderio di affermazione, la libertà rischia di trasformarsi in uno strumento di sopraffazione. Per questo, si potrebbe dire, la libertà va protetta da se stessa. E l’unico modo per farlo è associare all’esercizio della libertà il senso della responsabilità. Confrontati alla nostra vulnerabilità, nella complicazione delle molteplici crisi cui siamo soggetti oggi (economica, sanitaria, ecologica, interiore…), dobbiamo imparare a ripensare l’idea della libertà alla luce delle obbligazioni che fanno di ognuno di noi un “essere di relazioni”. Impegnarsi lungo questa via significa dare una chance alla nostra fragilità inaggirabile, affinché essa resista consapevolmente alla tentazione dei comportamenti paranoici: una tentazione, del resto, sempre in agguato, il cui esito finale è la tirannia.

The Freedom of Others #Ascona Canton Ticino #15ottobre Libertà inutile Profilo ideologico dell’Italia repubblicana @UtetLibri

Program

Conference: “The Freedom of Others”

Lecturer: Prof. Gianfranco Pasquino (University of Bologna)

Cycle: Eranos-Jung Lectures: “Meditations on Freedom. Autonomy in the Mirror of Vulnerability, between Paranoia and Responsibility”

Date: October 15, 2021, 6:30pm

Place: Auditorium, Monte Verità, Ascona and Zoom (https://us02web.zoom.us/j/86769877854)

Chairman: Prof. Fabio Merlini (Eranos Foundation, Ascona, and SFIVET, Lugano)

Discussion

Refreshment and meeting with the lecturer

Introduction

According to Aristotle, men (and women) are “political animals”, i.e. they live in the polis. There, those men and women mutually recognize spaces of freedom, rights and duties, responsibilities. They create the indispensable institutions and rules. Sometimes, however, Hobbesianly, when the political order is lacking, homo homini lupus. They remain political “animals”, but they put their coexistence and their freedoms in danger. The creation/imposition from above of the political order is not enough, since everything depends on the quality of that order and the freedoms that can be exercised. Freedom from the state and its interference is necessary, but it can, under certain conditions and in specific ways, be limited. Freedom of action and participation depends on criteria and opportunities, on rules that establish their scope and consequences, and on the exercise of responsibility according to the ethics outlined by Max Weber. Since the poet, John Donne, is right and captures the deepest sense of coexistence: no man is an island, the discourse on freedom must be conducted with reference to social relations. We will all be more responsible when we recognize the freedoms of others. We will be less vulnerable when we know how to associate to solve problems. We will all be freer when we are able to create social capital.

Lecturer

Gianfranco Pasquino, from Turin, is Professor Emeritus of Political Science at the University of Bologna. He graduated in Political Science with Norberto Bobbio and specialized in Comparative Politics with Giovanni Sartori. Among the founders of the “Rivista Italiana di Scienza Politica”, he has been its Editor-in-Chief and Co-Director. He has also directed the magazine “il Mulino”. He has been Visiting Professor at the School of Advanced International Studies in Washington, D.C., at the University of California, Los Angeles, and at the Instituto Juan March in Madrid and Fulbright Distinguished Lecturer at the University of Chicago. The author of numerous volumes, he is particularly proud to have co-directed with Bobbio and Nicola Matteucci the Dizionario di Politica (2016, 4th edition). His most recent books are Italian Democracy. How It Works (Routledge, 2020), Minima Politica. Sei lezioni di democrazia (UTET, 2020), and Libertà inutile. Profilo ideologico dell’Italia repubblicana (UTET, 2021). Former President of the Italian Society of Political Science, he received four honorary degrees. From 1983 to 1992 and from 1994 to 1996, he was Senator of the Italian Republic. Since July 2005, he is Member of the Accademia dei Lincei.

The 2021 edition of the Eranos-Jung Lectures is dedicated to the topic, “Meditations on Freedom. Autonomy in the Mirror of Vulnerability, between Paranoia and Responsability.” Abandoned to its sole desire for affirmation, freedom runs the risk of becoming an instrument of oppression. For this reason, freedom must be protected from itself. And the only way to do this is to associate the exercise of freedom with a sense of responsibility. Faced with our vulnerability, in the complication of the multiple crises to which we are exposed today (economic, health, ecological, interior…), we must learn to rethink the idea of freedom in the light of the obligations that make each of us a “being of relationships”. Committing ourselves to this path means giving a chance to our unassailable fragility, so that it can consciously resist the temptation of paranoid behavior: a temptation, after all, always lurking, whose final outcome is tyranny.

***

Conferenza: “La libertà degli altri”

Relatore: Prof. Gianfranco Pasquino (Università di Bologna)

Ciclo: Eranos-Jung Lectures: “Meditazioni sulla libertà. L’autonomia allo specchio della vulnerabilità, tra paranoia e responsabilità”

Data: 15 ottobre 2021, ore 18:30

Luogo: Auditorium, Monte Verità, Ascona e Zoom (https://us02web.zoom.us/j/86769877854)

Moderatore: Prof. Fabio Merlini (Fondazione Eranos, Ascona, e IUFFP, Lugano)

Discussione

Rinfresco e incontro con il relatore

Introduzione

Gli uomini (e le donne) sono, secondo Aristotele, “animali politici”, vale a dire che vivono nella polis. Lì quegli uomini e quelle donne si riconoscono reciprocamente spazi di libertà, diritti e doveri, responsabilità. Creano le indispensabili istituzioni e regole. Talvolta, però, hobbesianamente, quando manca l’ordine politico, homo homini lupus. Rimangono “animali” politici, ma mettono la loro convivenza e le loro libertà in pericolo. La creazione/imposizione dall’alto dell’ordine politico non è sufficiente, poiché tutto dipende dalla qualità di quell’ordine e delle libertà che possono essere esercitate. La libertà dallo Stato e dalle sue interferenze è necessaria, ma può, a determinate condizioni e secondo precise modalità, essere limitata. La libertà di azione e di partecipazione dipende da criteri e opportunità, da regole che ne stabiliscano gli ambiti e le conseguenze e dall’esercizio della responsabilità secondo l’etica delineata da Max Weber. Poiché il poeta, John Donne, ha ragione e coglie il senso più profondo della convivenza: no man is an island, il discorso sulla libertà va condotto con riferimento alle relazioni sociali. Saremo tutti più responsabili quando riconosceremo le libertà degli altri. Saremo meno vulnerabili quando sapremo associarci per risolvere i problemi. Saremo tutti più liberi quando riusciremo a creare capitale sociale.

Relatore

Gianfranco Pasquino, torinese, è Professore Emerito di Scienza politica all’Università di Bologna. Si è laureato in Scienza politica con Norberto Bobbio e specializzato in Politica comparata con Giovanni Sartori. Fra i fondatori della “Rivista Italiana di Scienza Politica”, ne è stato Redattore capo e Condirettore. Ha altresì diretto la rivista “il Mulino”. È stato Visiting Professor alla School of Advanced International Studies di Washington, D.C., all’Università di California, Los Angeles e all’Instituto Juan March di Madrid e Fulbright Distinguished Lecturer all’Università di Chicago. Autore di numerosi volumi, è particolarmente orgoglioso di avere condiretto con Bobbio e Nicola Matteucci il Dizionario di Politica (2016, 4a edizione). I suoi libri più recenti sono Italian Democracy. How It Works (Routledge, 2020), Minima Politica. Sei lezioni di democrazia (UTET, 2020) e Libertà inutile. Profilo ideologico dell’Italia repubblicana (UTET, 2021). Già Presidente della Società Italiana di Scienza politica, ha ricevuto quattro lauree ad honorem. Dal 1983 al 1992 e dal 1994 al 1996 è stato Senatore della Repubblica italiana. Dal luglio 2005 è Socio dell’Accademia dei Lincei.

L’edizione 2021 delle Eranos-Jung Lectures è dedicata al tema “Meditazioni sulla libertà. L’autonomia allo specchio della vulnerabilità, tra paranoia e responsabilità”. Abbandonata al suo solo desiderio di affermazione, la libertà rischia di trasformarsi in uno strumento di sopraffazione. Per questo, si potrebbe dire, la libertà va protetta da se stessa. E l’unico modo per farlo è associare all’esercizio della libertà il senso della responsabilità. Confrontati alla nostra vulnerabilità, nella complicazione delle molteplici crisi cui siamo soggetti oggi (economica, sanitaria, ecologica, interiore…), dobbiamo imparare a ripensare l’idea della libertà alla luce delle obbligazioni che fanno di ognuno di noi un “essere di relazioni”. Impegnarsi lungo questa via significa dare una chance alla nostra fragilità inaggirabile, affinché essa resista consapevolmente alla tentazione dei comportamenti paranoici: una tentazione, del resto, sempre in agguato, il cui esito finale è la tirannia.

INVITO Diseguaglianze: precisazioni, problemi, proposte #Lugano #5marzo

Giovedì 5 marzo 2020 ore 18
Sala Tami - Biblioteca cantonale di Lugano
Viale Carlo Cattaneo 6

La Biblioteca cantonale di Lugano
ha il piacere di invitarla alla serata sul tema

Diseguaglianze: precisazioni, problemi, proposte

Incontro con Gianfranco Pasquino
In collaborazione con il Club Plinio Verda, nell’ambito del ciclo
“Luci e ombre della globalizzazione”.

Interverranno:
Gianfranco Pasquino
Professore Emerito di Scienza Politica nell’Università di Bologna
Franca Verda Hunziker
Giornalista e membro del Comitato del Club Plinio Verda
Stefano Vassere
Direttore della Biblioteca cantonale di Lugano

A volte le diseguaglianze sono differenze, anche auspicate e positive. L’unica eguaglianza indispensabile è quella di fronte alla legge, che contempla i diritti civili e i diritti politici. Dobbiamo preoccuparci non delle diseguaglianze economiche ma delle diseguaglianze di opportunità. Quando le diseguaglianze economiche, che è sbagliato ascrivere in toto agli effetti della globalizzazione, si traducono in diseguaglianze di potere politico, allora è necessario intervenire, e ne va della democrazia. La buona politica costruisce e ricostruisce eguaglianze di opportunità. I cittadini interessati, informati, partecipanti danno vita alla buona politica, la fanno funzionare, la trasformano e la migliorano.

Biblioteca cantonale di Lugano
091 815 46 11
bclu-segr.sbt@ti.ch
www.sbt.ti.ch/bclu

Le diseguaglianze e la qualità della democrazia @laregione @laR_Lugano

Intervista raccolta da Ivo Silvestro

Gianfranco Pasquino, professore emerito di Scienza politica a Bologna, sul futuro delle democrazie confrontate con crescenti disuguaglianze economiche

“Diseguaglianze: precisazioni, problemi, proposte” è il titolo della conferenza che Gianfranco Pasquino, professore Emerito di Scienza Politica all’Università di Bologna, terrà giovedì 5 marzo alle 18 alla biblioteca cantonale di Lugano. L’incontro apre il ciclo “Luci e ombre della globalizzazione” del Club Plinio Verda.

Professor Pasquino, in democrazia siamo tutti uguali – per quanto riguarda diritti civili e politici, mentre le disuguaglianze economiche non sarebbero un problema. Ma una persona molto ricca non ha, anche politicamente, più potere degli altri cittadini?
Sicuramente: senza uguaglianza di diritti civili e politici non possiamo parlare di democrazia, ma possiamo parlare di democrazia di fronte a diseguaglianze economiche.
Tuttavia queste disuguaglianze economiche possono avere un impatto sulla democrazia, sulla qualità della democrazia. Una democrazia in cui i ricchi possono “comprarsi le elezioni” evidentemente è una democrazia che valutiamo negativamente rispetto a una democrazia in cui tutti i cittadini hanno quasi lo stesso potere politico: l’obiezione quindi non è tanto verso coloro che diventano ricchi, ma alla loro capacità di influenzare le politiche che a loro volta favoriranno ancora di più i ricchi. Questa situazione sta diventando intollerabile in alcuni Paesi, iniziando dagli Stati Uniti.

Spesso si sente dire che non è un problema se i ricchi diventano più ricchi – se al contempo i poveri diventano meno poveri. Insomma, le disuguaglianze economiche non sarebbero di per sé un problema.
Il problema è come i ricchi usano le loro risorse per proteggere la loro posizione, per accrescere la loro ricchezza e per controllare il potere politico: questo è un cardine del liberalismo che nasce per dire che ogni uomo, e ogni donna, ha un voto e questo voto conta allo stesso modo. Ma nel momento in cui chi ha più soldi riesce a comprare i voti, riesce a comprare le decisioni degli eletti, nella democrazia entra una discriminazione economica molto dannosa e che incide sul principio dell’eguaglianza politica dei cittadini.

Dovremmo quindi pensare a una incompatibilità tra capitalismo e democrazia? Perché sembra che o il capitalismo fagocita la democrazia, oppure la democrazia impone pratiche redistributive della ricchezza.
Finché il capitalismo rimane competitivo è compatibile con la democrazia – che a sua volta deve essere competitiva, perché se c’è un unico capitalista e c’è un unico governante non siamo più in una democrazia.
La compatibilità quindi c’è, ma c’è anche una forte tensione perché i capitalisti cercano naturalmente di arricchirsi, e di controllare il potere politico affinché non proceda a quella ridistribuzione di cui lei parlava. D’altro canto la democrazia deve basarsi sul potere dei numeri, sulla costruzione di maggioranze popolari.
Il conflitto c’è, e non può che essere risolto attraverso maggioranze che si formano intorno a una certa idea di democrazia, a una certa idea di sistema economico, a una certa idea di società in cui ci sia un minimo di ricerca di uguaglianza, un minimo di opportunità per tutti.

In concreto, cosa dovremmo fare? Impedire alle persone di arricchirsi troppo?
La democrazia non deve porre alcun limite all’arricchimento. La democrazia, o meglio i democratici, intervengono nel momento in cui quei soldi vengono utilizzati per manipolare le elezioni, per influenzare la politica a proprio vantaggio.
Quindi se mi chiede se deve esserci un limite all’arricchimento, la risposta è no. Ma ci devono essere limiti all’uso di quei soldi, quindi una legge vera sul conflitto d’interesse, una legge vera sul finanziamento della politica.

Democrazia e disuguaglianze economiche possono quindi coesistere con regole serie.
Regole serie e severe. Il potere economico non deve controllare il potere politico e a sua volta il potere politico non deve controllare il potere economico. Devono essere in competizione tra di loro, però con delle regole che stabiliscono che non possono esserci dei vincitori per sempre, che i vincitori non possono opprimere coloro che perdono.

Persone molto ricche possono influenzare la società al di là della politica. Un amante del jazz potrebbe finanziare scuole e festival solo  di questo genere, penalizzando rock e classica. L’esempio può apparire banale, ma se lo applichiamo anche all’arte, alla letteratura, al cinema le (legittime) preferenze di pochi possono cambiare una società.
Con il finanziamento di queste attività lei pone un caso molto interessante. Ma se il sistema è competitivo, ci saranno altri ricchi che finanzieranno altre attività, in competizione. E anche per i cittadini ci sono possibilità, attraverso il cosiddetto crowdfunding, di finanziare a loro volta certe attività culturali.
Se avviene in maniera trasparente e in una situazione di competizione, il finanziamento di attività culturali non pone problemi.

La competizione è quindi essenziale.
Sì. Pensiamo alle primarie democratiche negli Stati Uniti. In corso ci sono dei milionari e non è affatto detto che Michael Bloomberg riuscirà a vincere. Finché c’è una situazione competitiva, c’è la possibilità di tenere sotto controllo: una volta ottenuta la nomination e magari anche diventato presidente, ci dovrà essere una legge sul conflitto d’interesse.

Il suo intervento apre il ciclo ‘Luci e ombre della globalizzazione’. In tutto questo discorso, la globalizzazione che ruolo ha?
Innanzitutto la globalizzazione è un fenomeno in corso, per cui possiamo valutarla in questo momento ma sappiamo che non possiamo fermarla – e non dovremmo neanche.
Ha prodotto arricchimento in zone del mondo che erano molto povere, a iniziare dalla Cina ma non solo. Ha prodotto una crescita di disuguaglianze ma l’uscita dalla povertà di milioni di persone. È quello che diceva all’inizio: se i ricchi diventano più ricchi ma al contempo i poveri diventano meno poveri, va benissimo – entro certi limiti, naturalmente.
La globalizzazione ha prodotto tutto questo e adesso però ci rendiamo conto che abbiamo bisogno di poter controllare come la ricchezza si va formando, di strumenti per impedire ad esempio che le corporation vadano in cerca di paradisi fiscali.

Strumenti sovranazionali: ma ci sono istituzioni internazionali che possano farlo?
L’Unione europea qualcosa sta facendo. Il resto ovviamente viene affidato a organizzazioni internazionali, alcune hanno sufficienti poteri altre non ancora. Ma certo la globalizzazione richiede un governo mondiale, o quantomeno misure prese a livello di Nazioni unite che cerchino di mitigare l’impatto che alcuni aspetti della globalizzazione sta avendo. Noi adesso stiamo parlando di ricchezza, di soldi, ma dovremmo parlare anche di clima e di commercio internazionale: quello che Trump sta facendo a livello di dazi è molto negativo, a livello di controllo delle ricchezze e delle diseguaglianze.

Ultima domanda: sul futuro  della democrazia è più ottimista o più pessimista?
Se guardo a quello che è già successo, sono relativamente ottimista. Negli ultimi trenta-quarant’anni il numero di regimi che possiamo ragionevolmente ritenere democratici è cresciuto. Siamo passati grosso modo da una trentina di democrazie a novanta democrazie. C’è una spinta alla creazione di regimi democratici.
Ma al contempo vediamo in alcuni contesti erosioni delle regole democratiche, pensiamo a Orbán che in Ungheria cerca di controllare la stampa…

Quella che lui chiama ‘democrazia illiberale’.
Certo, ma se mi capiterà lo dirò sicuramente durante la conferenza: la democrazia illiberale non esiste. Senza i principi del liberalismo la democrazia non esiste.

Pubblicato il 4 marzo 2020 su laregione.ch