Apprendiamo da quei “Mattarelli” de “la Repubblica-Esteri” del 12 settembre che i tedeschi andranno a votare, poveri loro, con un sistema elettorale simile al Mattarellum. Proprio no. Quanti errori e quante inesattezze in un solo articolo.
Cominciamo con il lessico: il plurale di Land è Länder. Passiamo ai numeri: di elezioni anticipate ce ne sono state più di due, almeno cinque: 1966, 1969, 1983, 1990, 2005. Nessuna traumatica anche se per ottenere quella del 2005 il cancelliere socialdemocratico Schröder fece parecchie forzature. La notevole stabilità dei governi e dei cancellieri tedeschi deriva soltanto in parte dal sistema elettorale. E’ il prodotto soprattutto di due fattori: il sistema dei partiti, con due partiti grandi che “dettano” le possibilità coalizionali, e il voto di sfiducia costruttivo, che, da un lato, dissuade dalle crisi al buio, dall’altro, obbliga chi propone la sfiducia contro il cancelliere in carica ad avere pronto un altro cancelliere in grado di ottenere la fiducia, a maggioranza assoluta, dal Bundestag. E’ la procedura che portò nel 1982 alla sostituzione del Cancelliere socialdemocratico Schmidt con il democristiano Kohl. Infine, la perla: il sistema elettorale tedesco non è affatto simile al Mattarellum italiano. A prescindere dall’esistenza di due Mattarellum: uno per il Senato, l’altro per la Camera, il sistema tedesco definito “proporzionale personalizzata” è un sistema proporzionale, quei pochi seggi in sovrappiù non bastano a renderlo misto, per tutti i partiti che superano la soglia nazionale del 5 per cento dei voti. L’elettore tedesco ha due voti su una sola scheda (nel Mattarellum Camera esistevano due schede) ed elegge una sola Camera il Bundestag. Il Mattarellum eleggeva tre quarti dei parlamentari con un sistema plurality (chi ottiene più voti, maggioranza relativa, vince il seggio) con un recupero proporzionale, accettabile per il Senato, malamente congegnato per la Camera: le famigerate liste civetta. Gli esiti italiani li abbiamo visti. Quelli tedeschi giustamente li invidiamo.