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Ottuagenari sfuggiti alla rottamazione

Questo è un paese per ottuagenari. Purché carichi di denaro, di esperienze e di onori. “Suprematisti” (nel senso che hanno raggiunto i vertici più elevati nelle loro rispettive attività) bianchi che sono circondati da ammiratori (trici) e collaboratori, molti dei quali hanno ruoli importanti e altri ne potrebbero acquisire se i loro referente assurgono (non vorrei essere più preciso). Berlusconi, De Benedetti, Prodi, s’erano tanto combattuti e adesso i due del centro-sinistra sembrano avere molto bisogno e nostalgia dell’ex-Cavaliere e addirittura acconsentire al suo sdoganamento per la carica più elevata della Repubblica. D’altronde, quando fu eletto la prima volta al Quirinale anche Giorgio Napolitano era un ultraottantenne. Persino negli Stati Uniti, dove dodici anni fa alla conquista della Casa Bianca si avviava un relativamente inesperto neo-senatore di colore, oggi a contendersela sono due uomini bianchi ultrasettantenni. Le ambizioni tengono vivi e attivi, fanno circolare più fluidamente il sangue, ma era certo inimmaginabile che Prodi dimenticasse il tenore degli scontri e dei dissidi con Berlusconi e che De Benedetti fosse disposto a superare l’amarezza per quello scontro epocale finito in tribunale per il controllo di Mondadori e di “Repubblica”.

Se Parigi val bene una messa che cosa e quanto vale un MES? Sono i voti di Forza Italia il cui fondatore e padrone si è scoperto europeista adamantino che Prodi va cercando affinché l’Italia ottenga il massimo dei finanziamenti europei? Poi, per il Quirinale si vedrà chi dei due nonni avrà abbastanza voti e sostegno diffuso. E De Benedetti vuole “soltanto” tenere lontani da Palazzo Chigi tanto Salvini quanto Meloni e trovare un capo di governo diverso da Conte? forse anche una maggioranza diversa che finirebbe per rimescolare le carte quirinalizie? Sarebbero, dunque, i poteri forti, fra i quali, va annoverato anche il neo-Presidente della Confindustria che accusa Conte di non rispettare gli impegni e, in sostanza, di non sapere governare, a volere la testa del Presidente del Consiglio? Il momento della crisi, comunque, quando sta per iniziare la madre di tutte le trattative europee, è il meno consigliabile in assoluto. Forse con Conte non ci sarà il MES per spese sanitarie, ma il rischio è che senza Conte, tutti gli altri grants (sussidi) e loans (prestiti) siano drasticamente ridimensionati.

Mentre gli ottuagenari, almeno a parole, si riconciliano e gli avvocati di Berlusconi cercano una riabilitazione dalla Corte di Giustizia Europea, alcuni dati strutturali segnalano quanto seria è la situazione italiana. Il tasso di natalità continua a non garantire il ricambio della popolazione. L’Italia complessivamente invecchia, decine di migliaia di giovani donne e uomini se ne vanno all’estero, con conseguenze gravi non soltanto su chi dovrà pagare le pensioni, ma per la perdita del dinamismo di idee e di imprese che solo i giovani potrebbero garantire. Sembrò per poco più di un attimo che il dinamismo lo avrebbe portato e implementato il rottamatore-in-Chief, se non fosse entrato in una vertigine solipsistica. Non soltanto per autotutela, è molto poco probabile che le politiche pensate da leader ottuagenari siano tali da premiare i giovani. La nuova normalità, se ci arriveremo, continuerà ad essere piuttosto penalizzante per i giovani italiani. Non è vero che il paese è in declino. È già declinato anche per responsabilità dei suprematisti bianchi che oggi si scambiano riconoscimenti.

Pubblicato il 14 luglio 2020 su huffingtonpost.it


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