
Care Amiche e Amici di Facebook,
come hanno immediatamente e affettuosamente notato molti di voi, sono tornato (anche se c’è ancora qualcosina da rimettere a posto nella pagina). Siamo finalmente uscito dalla cappa degli hackers, ai quali, peraltro, va attribuito il merito (ah ah) di avere giustamente considerato voi interlocutori interessanti e me qualcuno che ha per l’appunto interlocutori degni di attenzione.
In questo tempo triste anche per la diffusione pericolosissima della variante Omicron (a proposito, dal 15 dicembre personalmente di persona sono un Vax Vax Vax!) ho fatto molte cose, scritto articoli e anche “messo la faccia” in qualche programma televisivo. Ringrazio in particolare SkyTg24 e RaiNews24. Altre ne verranno. Qui, solo come antipasto, dirò che la storia dell’elezione del Presidente della Repubblica è davvero triste. Fatta di ammiccamenti, retroscena, racconti mediocri delle elezioni del passato, non ha apportato nessuna conoscenza di qualche originalità. Come sapete, penso sempre, che vuol dire proprio sempre, che bisogna partire dalla Costituzione osservandone tutti gli articoli in chiave sistemica e mai derogandovi. Allora, il punto dirimente è che il Presidente (art. 87) “rappresenta l’unità nazionale”. La sua storia politica lo racconta con chiarezza. Se, per usare il suggestivo politichese, è stato “divisivo”, non sarà in grado di rappresentare quell’unità. Punto. A voi, buoni intenditori, bastano queste poche parole. A tutti, commentatori radiofonici, televisivi, giornalistici e leoni/esse da tastiera, consiglio di leggere almeno un libro (se rinunciate, colpevolmente, a leggere quello che ho scritto io…) in materia. Eccolo: Valdo Spini, Sul Colle più alto. L’elezione del Presidente della Repubblica dalle origini a oggi (Solferino 2022). Poi, ma, prometto, quasi subito, vi dirò di più.
Bentornate/i, a prestissimo.