

| Qualche volta, sull’obiettivo finale, la pace, si può essere d’accordo quasi, sottolineo quasi, tutti. Però, molti, nient’affatto tutti, ritengono che la pace intesa esclusivamente come cessazione del tintinnar di sciabole e dell’agitar di atomiche sia tutt’altro che soddisfacente.L’obiettivo è una (nel senso che ce ne possono essere diverse) pace giusta, e la giustezza della pace è definita dalla libera e consapevole accettazione di entrambi i contendenti e dal loro impegno a riconoscerla e mantenerla.Qualunque pace che segua dall’imposizione armata di uno dei contendenti sull’altro, in particolare se ne esce vittorioso l’aggressore, non deve essere considerata giusta da nessun pacifista e meno che mai dall’aggredito.Che si sia d’accordo oppure no con il conseguimento di quale pace si apre inevitabilmente il problema dei mezzi. |
| Non credo che sia accettabile la risposta “conseguire la pace con qualsiasi mezzo”. Meno che mai se quel mezzo è l’imposizione, quasi certamente con le armi, della volontà di una parte sull’altra, la legge del più forte.Meno che mai se quell’imposizione viene da un sistema politico autoritario e lo privilegia nei confronti di un sistema politico democratico, quale che sia.Nessun pacifista è legittimato a rispondere di non essere tenuto a valutare con criteri adeguati quello sta succedendo.Nessuno deve necessariamente essere considerato pacifista da tenere in considerazione solo se ha qualche conoscenza strategica di base.Tuttavia, è sempre opportuno chiedere ai pacifisti che acquisiscano il massimo di informazioni possibili.Dopodiché è loro facoltà sostenere che la guerra deve essere sempre e comunque respinta (anche una guerra di difesa contro un’aggressione all’Italia?) e che la pace deve altrettanto sempre e comunque, a tutti i costi, essere perseguita. |
| Semmai, vorrei che i pacifisti riconoscessero anche a coloro che pacifisti non sono, di non essere biechi guerrafondai a libro paga degli americani, ma uomini e donne che hanno idee diverse con lunga e solida storia nel pensiero politico occidentale.I non-pacifisti irriducibili, nei quali mi colloco, avrebbero scelto di manifestare cominciando davanti all’Ambasciata della Russia a Roma. Vorrebbero anche discutere delle modalità con le quali giungere, prima e soprattutto, alla cessazione del fuoco e del ferro.Rifacendosi opportunamente al grande filosofo illuminista tedesco Immanuel Kant, oggi rinchiuso nell’enclave russa di Kaliningrad, i non-pacifisti sentono di dovere affermare che la pace perpetua arriverà e s’instaurerà fra repubbliche libere e federate.La battaglia giusta del pacifismo deve sapere operare distinguendo fra repubbliche democratiche e regimi non-democratici. Altrimenti, non solo è una battaglia persa, ma è anche gravemente controproducente. |
Pubblicato il 12 ottobre 2022 su Domani