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Boldrini ha diritto di critica

Nelle democrazie parlamentari nessuna istituzione può essere confinata in un perimetro dal quale non le è consentito fuoriuscire. Nelle democrazie parlamentari tutte le istituzioni interagiscono fra loro, si controllano, invadono i rispettivi perimetri, si “frenano” e “contrappesano” reciprocamente. Naturalmente, ciascuna di loro ha responsabilità di rappresentanza e di governo specifiche, ma, per svolgerle al meglio, deve di volta in volta entrare in relazione con una o più delle altre istituzioni con effetti abitualmente benefici di comprensione e moderazione. Se le cose stanno così, l’invito con toni minacciosi rivolto dall’entourage del Presidente del Consiglio Matteo Renzi alla Presidente della Camera Laura Boldrini di non esulare dal suo “perimetro” appare del tutto fuori luogo.

Proprio perché è la più alta carica della Camera dei Deputati alla quale spetta approvare nella loro interezza, eventualmente emendandoli oppure rigettandoli, i decreti del governo, l’on. Boldrini gode della prerogativa istituzionale di segnalare e lamentare l’eccesso della decretazione governativa, troppo spesso né urgente né necessaria come vorrebbe la Costituzione. In materia, abbiamo frequentemente ascoltato le critiche rivolte da Napolitano ai governi e, persino, il suo fermo invito a non procedere per decreto su alcune tematiche e contro l’abuso della decretazione si è espressa in maniera da ritenersi definitiva la stessa Corte Costituzionale. E’ lecito attendersi che per coerenza con il suo recentissimo passato, il Presidente della Repubblica Mattarella non consentirà al governo di legiferare per decreto. Indirettamente, ma non per questo meno significativamente, il Presidente Mattarella si troverà a condividere il “perimetro”, meglio l’orizzonte istituzionale, della Presidente Boldrini.

Grave appare che chi, come il Presidente del Consiglio, vuole “cambiare verso” al modo di governare in Italia, faccia ricorso a strumenti, come i decreti, spesso deprecati nel passato, e li accompagni con l’apposizione della fiducia su testi mal redatti e che non potranno essere migliorati dal Parlamento costretto a fare tutto in fretta e furia. Per di più, un Parlamento ingolfato da decreti non ha il tempo non soltanto per esaminarli adeguatamente, ma neppure per approvarli tutti nei tempi richiesti: sessanta giorni. Dopodiché, è una telenovela già vista, il governo incolperà il Parlamento per il ritardo e procederà, pratica controversa e riprovevole, a reiterare quei decreti violando sicuramente lo spirito della Costituzione (e, non poche volte, anche la lettera).

Com’è stato fin troppo spesso, ma correttamente, sottolineato, con la decretazione d’urgenza e con la richiesta di fiducia, il governo non coarta soltanto il Parlamento. Mette di fronte ad un aut aut la sua stessa maggioranza obbligandola a ingoiare procedure sgradevoli per approvare testi nient’affatto sempre urgenti e di buona fattura. Tecnicamente, il governo allarga a dismisura il suo perimetro e comprime in maniera eccessiva e non giustificabile il perimetro del Parlamento e dei Presidenti dei due rami. Non soltanto questo modo di governare produce tensioni e, qualche volta, rischi di ritorsione ad opera dei parlamentari, ma non migliora affatto il funzionamento del sistema politico. Spinge persino a pensare che il Presidente del Consiglio e i suoi collaboratori-ministri non siano sufficientemente sicuri della bontà delle loro idee e delle loro leggi e preferiscano chiederne l’approvazione in blocco piuttosto che accettare, come avviene nelle migliori democrazie parlamentari, lo scrutinio ad opera di deputati e senatori portatori di competenze. Un brutto segnale per l’attuale governo che si vanta di fare le riforme attese da tempo; una pessima prospettiva per chiunque godrà del cospicuo premio in seggi che la legge elettorale in via d’approvazione offre al partito con più voti. Difendere le prerogative (il perimetro) del Parlamento dalle incursioni (prevaricazioni?) del governo significa avere a cuore il confronto democratico.

Pubblicato AGL 10 marzo 2015


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