La pacchia, condizione di più o meno allegro privilegio, di guadagno immeritato, di vita buona, non può essere riferita solo ai migranti che “oziano” nei loro centri di accoglienza. C’è la pacchia di chi li recluta per lucrare su lavori faticosi e mal pagati che solo quei migranti svolgono. Di chi li paga in nero, di chi li sfrutta variamente.
Qualche numero chiaro sulle loro presenze, sui loro contributi, sui loro apporti all’economia italiana e non solo sui costi è indispensabile per mettere in piedi qualsiasi discorso serio.