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Le litanie senza direzione #PDBologna

Hanno fatto una furibonda campagna condita da insinuazioni e insulti più che da indicazioni delle attività che il segretario Critelli non aveva fatto o fatto male e che lo sfidante Rizzo Nervo prometteva di fare meglio. Hanno consentito a Merola, che dovrebbe fare il sindaco, di cercare di influenzare la scelta probabilmente per avere meno controllo sulle sue inadempienze di quel che Critelli, in maniera peraltro poco incisiva, ha cercato legittimamente di esercitare. Merola ha perso e con lui ha perso anche Paruolo che, sostenendo un terzo candidato, sperava di diventare decisivo nell’eventuale voto in assemblea. Finita la litania del “dobbiamo parlare alla gente” (infatti, i bolognese non si sono entusiasmati), è subito cominciata la litania, già sentita, del “dobbiamo unire il partito”. Qualcuno ha aggiunto, fra i perdenti, che avevano intrattenuto grandi speranze, “dobbiamo unire i renziani”: davvero un obiettivo ambizioso e entusiasmante da partito post-ideologico, pragmatico, che si occupa di cose concrete (o, forse, no). La litania più convincente e meno frusta sarebbe “dobbiamo fare funzionare e cambiare il partito”. Opportunamente, Rizzo Nervo ha dichiarato che accetta di fare il capo della minoranza, non il capo dell’opposizione. Non è chiaro che cosa Critelli e Rizzo Nervo abbiano imparato del partito che c’è durante la campagna elettorale. Si sono scambiati commenti e accuse non proprio carine sul ruolo e sui rapporti con alcune associazioni, ad esempio, le Coop troppo accoglienti nel fare girare le porte. Hanno detto che il partito dovrebbe aprirsi di più alla società, che è un’altra frase slogan, ma nulla di tutto questo s’è visto. Non mi pare che Critelli stia andando in questa direzione. Eppure, poiché Bologna è ricca di associazionismo, qualche passo verso un coinvolgimento non subalterno di chi rappresenta qualcosa e di chi ha competenze che nessun partito può trovare al suo interno sarebbe utile anche se accompagnato da inevitabili conflitti. I renziani locali se, come troppi di loro, s’ispirano al partito nazionale che a Renzi non è mai parso degno di interesse, non hanno nulla da offrire a questo dibattito. Critelli ne dovrebbe sapere un po’ di più, ma nella campagna elettorale non ha fatto trapelare proposte mobilitanti, cambiamenti significativi, prospettive nuove per un’organizzazione da tempo stagnante. Insomma, risolto il problema di chi guiderà per i prossimi anni il PD della Federazione di Bologna piacerebbe sapere in quale direzione e verso quali obiettivi. Un piccolo test sarà quello della designazione delle candidature alle imminenti elezioni parlamentari. C’è molto altro.

Pubblicato il 28 ottobre 2017


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