Intervista raccolta da Antonella Loi
Il politologo Pasquino: “Si difenda nel processo e non dal processo. Poi eventualmente valuti il passo indietro”. Ma l’esecutivo deve stare in piedi
Matteo Salvini alla resa dei conti. La giunta per le autorizzazioni del Senato comincia l’analisi dei documenti che i giudici del Tribunale dei ministri di Catania hanno trasmesso con la richiesta di procedere per il caso della nave Diciotti, il pattugliatore della Guardia costiera ormeggiato nel molo di Levante del porto di Catania blindato per cinque giorni con 177 persone a bordo. Tutti migranti naufraghi, molti destinatari di protezione internazionale. Una bella gatta da pelare per il governo che prova a fare quadrato intorno al ministro dell’Interno. Il premier Giuseppe Conte si assume la responsabilità di quei fatti e il M5S, temporeggia davanti a un bivio: votare sì o no? Gianfranco Pasquino, politologo e professore emerito dell’Università di Bologna, sintetizza gli ultimi accadimenti in due parole: “Un grande pasticcio”.
Cosa non torna professore?
Dovrebbero uscirne come si fa nei Paesi decenti. E cioè il ministro che ha ripetutamente detto che non ha paura dovrebbe dire ai suoi senatori di votare per l’autorizzazione a procedere, dovrebbe difendersi nel processo e non dal processo. Le motivazioni che fino a adesso ha addotto sono veramente mediocri.
Perché?
L’esercizio dei poteri ministeriali: la funzione non è esente da errori e forse anche da violazioni della legge e quindi questo non vale e l’avere protetto un interesse nazionale è tutto da dimostrare. Bene, lo faccia nel processo.
Salvini prima ha detto sì poi no, ha subodorato le conseguenze di una possibile condanna?
Certamente ha sentito che le sue motivazioni erano debolissime, si è fatto consigliare da qualche magistrato e a questo punto ha fatto marcia indietro. Però non si governa e non si fanno azioni degne di merito sulla base di opportunismi. E in questo caso Salvini dimostra di essere un politico qualsiasi, opportunista, non andando di fronte ai giudici.
L’alleato di governo, il M5S sembra in grande difficoltà. Di Maio non ha sciolto la riserva, ma all’interno del movimento si contano già diversi esponenti che dicono di volersi appellare all’articolo 67 della Costituzione invocando la libertà di coscienza.
A me sta benissimo la libertà di coscienza, dopo di che dovrebbero anche spiegarci quali sono le conoscenze che li spingono a votare sì o no. In un caso o nell’altro dovranno dirci quali sono le motivazioni. Il punto fondamentale è: dove sta il famoso fumus persecutionis. Se i parlamentari del M5S pensano che ci sia un fumus persecutionis dei magistrati ai danni di Salvini ci spieghino dove sta.
Se il Senato dice sì all’autorizzazione a procedere, il governo cade?
Non dovrebbe cadere, questo è il punto rilevante. Cioè i magistrati ritengono che ci sia stata una qualche violazione di legge o di costituzione nell’operato del ministro? Questo riguarda un caso specifico. Dopo di che il governo va avanti. È il ministro a quel punto può dire mi sollevo dalle funzioni e, se ha un minimo di coscienza giuridica e politica, deve dire che il governo va avanti.
Conte sostiene che la responsabilità sia collegiale.
“Quello che ha detto il presidente del Consiglio è gravissimo. Anche Conte dovrebbe sollevarsi dalle sue funzioni che tra l’altro esercita già abbastanza malamente. Quello era un atto del ministro, non credo che ci sia stata una delibera del governo su cosa fare con la nave Diciotti”.
Eppure il ministro Toninelli ha assicurato che la decisione è stata presa di comune accordo.
Questo è tutto da provare, io non penso che sia così. Toninelli sta a sua volta cercando di salvare il ministro e a sua volta il suo posto di ministro.
Entrando nel merito della richiesta della procura, Salvini aveva il potere di fare quello che ha fatto o è andato oltre i limiti delle sue funzioni?
Questo non lo so ed è per questo che Salvini dovrebbe andare davanti al giudice. Viene accusato di sequestro di persona? Va al processo e spiega perché secondo lui non lo era, inoltre deve dimostrare che quel tipo di decisione serviva a evitare mali peggiori. Ma lo deve provare nel processo. Bisognerebbe vedere le carte dei magistrati che i componenti della giunta per le autorizzazioni immagino stiano leggendo. Aspettiamo di sentire poi quali sono le controdeduzioni di Salvini.
Pubblicato il 30 gennaio 2019