Intervista al politologo sulle elezioni del 26 gennaio: “Vince chi fa meno errori. Le sardine? Possono spostare voti a vantaggio del centrosinistra” di Enrico Mingori
A Bonaccini “manca il carisma”, Salvini è “un ignorante” e Borgonzoni “non saprebbe da che parte cominciare per governare l’Emilia-Romagna”. Gianfranco Pasquino ci va giù pesante quando parla dei protagonisti delle elezioni regionali più attese degli ultimi anni. Il 26 gennaio in Emilia-Romagna si decide il nuovo governatore, ma – forse – anche il futuro del governo giallorosso.
“Vince chi fa meno errori nell’ultima settimana di campagna elettorale”, riflette il politologo, professore emerito di Scienza politica nell’Università di Bologna ed ex senatore (fu in parlamento con la Sinistra Indipendente e i Progressisti tra gli anni Ottanta e Novanta).
Professore, per oltre cinquant’anni le elezioni in Emilia-Romagna sono state poco più di una formalità per il centrosinistra. Adesso per la prima volta la partita sembra davvero aperta. Perché?
La partita è aperta perché la destra è cresciuta in questo paese e, in maniera un po’ sorprendente, anche in Emilia-Romagna: c’è un leader trascinante al quale piace fare campagna elettorale, che è Matteo Salvini, e c’è l’aspettativa che lui riesca a sconvolgere gli equilibri dell’Emilia-Romagna all’insegna di uno slogan ben scelto: “Liberate l’Emilia-Romagna dal controllo esercitato sulla regione prima dal Partito comunista e poi dal Partito democratico”.
In questa campagna elettorale, oltre ai candidati, c’è un nuovo protagonista: il popolo delle sardine. Che ruolo gioca questo movimento? E può spostare dei voti?
Il popolo delle sardine probabilmente sposterà dei voti, se – come sembra – è essenzialmente un movimento di giovani. I giovani generalmente non sempre votano la prima volta: se le sardine riusciranno a portare a votare una parte di questi giovani, potrebbe essere un vantaggio per Bonaccini.
Le elezioni dell’Emilia-Romagna non sono mai state così attese a livello nazionale. Se vince la Lega, cade il Governo?
Bonaccini fa bene a sottolineare che si vota per la Regione. Ma è chiaro che se il centrodestra riuscirà a ottenere questa vittoria insperata aumenterebbero le pressioni sul presidente della Repubblica e da parte dell’opinione pubblica per andare a verificare il consenso dell’attuale governo nel paese. In queste elezioni regionali c’è, eccome, una valenza nazionale. E sarebbe sbagliato non sottolinearla.