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«Draghi guida dell’Ue? Dipende da Macron… Sbagliato il no al Patto» #intervista @ildubbionews

Intervista raccolta da Giacomo Puletti

Secondo il politologo «Draghi ha risposto a una domanda, cioè cosa dovrebbe fare e cosa dovrebbe essere l’Europa. ha esplicitato un programma, resta da vedere se egli stesso sia la persona giusta per concretizzarlo»

Professor Pasquino: quante possibilità concrete ci sono di vedere Draghi alla guida della Commissione o del Consiglio europeo?

Certamente la figura di Draghi è visibilissima, notissima e in qualche modo utilissima a molti, se vogliamo risolvere problemi di un certo tipo. Al momento vedo alcune opportunità, ma non tantissime, che possa essere lui a guidare le prossime istituzioni europee. Bisognerà accertare l’esito del voto, vedere quanti seggi prenderanno le varie famiglie, verificare quale maggioranza si formerà e soprattutto chi, eventualmente, si intesterà la proposta Draghi, visto che qualcuno deve presentarla. Nel caso del Consiglio europeo dovrà essere avanzata da più capi di governo, per la Commissione occorre un accordo tra le varie famiglie politiche. Insomma non è un’operazione facilissima, ma neanche impossibile.

Salvini dice che i suoi non lo voteranno mai, Tajani dice che Draghi non è del Ppe: potrebbe essere Macron a prendersi carico della proposta?

Macron ha detto anche con una certa enfasi che lo vorrebbe alla guida dell’Europa. Se però il presidente francese è sufficientemente scafato, e penso di si, nel momento in cui lo proponesse dovrebbe aver già parlato con altri, a partire dai tedeschi. Su Salvini, beh, quello che dice Salvini non importa a nessuno, visto che non ha voti. Per quanto riguarda il Ppe c’è un problema di divisione al suo interno, e infatti ci sono ampi spazi di dissenso verso il bis di Ursula von der Leyen.

Sarà difficile che si accorderanno su una proposta unitaria. Se nemmeno il suo partito è d’accordo, il bis di von der Leyen è impossibile?

Mi pare assolutamente improbabile, a meno che Giorgia Meloni riesca a fare breccia e voglia lei intestarsi la spinta decisiva per il bis. Ma ritenevo questa ipotesi credibile fino a qualche settimana fa, ora molto meno.

Draghi di recente ha fatto un paio di discorsi sul futuro dell’Europa: sono il suo manifesto politico?

Draghi ha risposto a una domanda, cioè cosa dovrebbe fare e cosa dovrebbe essere l’Europa per competere a livello globale. Ha esplicitato un programma, resta da vedere se egli stesso sia la persona giusta per concretizzare quel programma in politiche effettive. Il punto di debolezza per Draghi a livello europeo è esattamente lo stesso che aveva in Italia, cioè che non ha un partito alle spalle, non ha interlocutori affidabili e quindi dovrà muoversi in acque sconosciute.

Beh, il gruppo Renew di Macron, come detto, lo sostiene apertamente…

Sì, ma Macron probabilmente non andrà bene alle Europee. Marine Le Pen in Francia prenderà più voti, e questo renderà difficili le trattative condotte da Macron. Se Renew andasse davvero bene allora questa sarebbe una spinta per Draghi, ma ho l’impressione che difficilmente sarà così.

Si parla anche di una maggioranza di centrodestra, dalla quale per la prima volta sarebbero esclusi i Socialisti: che ne pensa?

È assolutamente improbabile. E anche se fosse non sarebbe una maggioranza a trazione Salvini-Le Pen ma la guida sarà Meloni.

Pensa abbia l’esperienza tale per condurre le danze post voto?

Meloni ha le capacità politiche per riuscire a incidere. I numeri faranno la differenza ma non è chiaro cosa voglia perseguire esattamente e dipenderà anche dalla sua immaginazione politica.

Vuole essere quella che influisce o quella che determina?

Io credo che il problema sia che sovranismo significa meno Europa, un’Europa delle nazioni o delle patrie che è diversa da quella federalista che vogliono popolari, liberali e altri. Meloni certamente conterà più in Europa, ma che riesca a determinare chi guiderà l’Europa nei prossimi cinque anni mi pare un po’ più complicato.

Negli scorsi giorni tutti i partiti si sono astenuti sul nuovo Patto di stabilità: l’Italia ha un problema di credibilità in Ue?

Di credibilità ne abbiamo sempre avuta poca. Quando Giorgetti e Gentiloni sono d’accordo sono d’accordo anche io, perché significa che c’è qualcosa di buono. E quindi penso sia stato un errore non votare il Patto, soprattutto da parte del Pd. Quel patto serve anche all’Italia e prima o poi saremo costretti ad applicarlo. Una volta concordate le misure, è opportuno assumersi le proprie responsabilità.

Anche il centrodestra si è astenuto, andando contro il ministro Giorgetti…

La decisione ha creato qualche problema al governo, visto che ha fatto una cosa quando il ministro dell’Economia diceva di farne un’altra. Ma continuo a pensare che è bene che Giorgetti rimanda dov’è, piuttosto di mettere al suo posto un vassallo di Giorgia Meloni. Giorgetti deve continuare a combattere le sue battaglie, che sono fondamentalmente giuste.

A proposito di Lega, Vannacci sarà candidato nelle sue liste: che ne pensa?

Faccio un appello: andate a votare perché sono elezioni molto importanti e perché è giusto che i cittadini europei scelgano i loro parlamentari. Non votate chi non ha alcuna competenza in materia, chi non ha mai parlato di Europa e chi le farebbe solo del male. Che è l’identikit di Vannacci. La sua candidatura è uno specchietto per le allodole, ma spero che le allodole votino per qualcun altro.

Pubblicato il 26 aprile 2024 su Il Dubbio


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