Intervista raccolta da Mauro Bonciani per il Corriere Fiorentino
Gianfranco Pasquino è professore emerito di Scienza politica nell’Università di Bologna. Il suo libro più recente è Deficit democratici (UniBocconi 2018).
Professore, Salvini inizia la sua campagna elettorale per conquistare Firenze: come si muoverà secondo lei nei prossimi mesi?
«Salvini ha imparato a muoversi molto bene. Quando serve fa anche muovere le ruspe. Ha le physique du rôle sia quando fa il capo politico, il Capitano della Lega, sia quando indossa le felpe da ministro degli Interni che difende il territorio. Che poi sul territorio si trovi di tutto, anche qualche capo ultrà condannato perché facinoroso e più, ma “milanista”, è un incidente di percorso. A Firenze viene facendo più attenzione a incontri selettivi senza rinunciare a qualche provocazione».
Il leader della Lega ha detto che prima a Firenze il centrodestra non ci ha mai veramente provato, con un riferimento implicito a Forza Italia e alla conduzione di Denis Verdini: è vero?
«Ha ragione. Effettivamente a Firenze il centrodestra ci ha “provato” quasi soltanto presentando un candidato, mai credendoci a sufficienza. Salvini avrebbe fatto una campagna elettorale più aggressiva, almeno a favore del milanista Giovanni Galli. Avrebbe cercato di radicare il centro-destra».
Dove prenderà i voti, nelle periferie e nel centro? Negli strati popolari o nella borghesia e nelle categorie economiche?
«Nel centro, nella Ztl, continuerà a prevalere il Partito democratico. Oramai si trova quasi più soltanto lì. La Lega è diventata un organismo che prende voti un po’ dappertutto. Le sue due tematiche, che si intersecano, immigrazione e sicurezza, fanno breccia anche nei settori popolari, non soltanto di Firenze. Artigiani e piccoli imprenditori hanno capito che Salvini rappresenta anche i loro interessi».
Lega e centrodestra puntano su un candidato civico a Firenze: fanno bene?
«Non posso rispondere senza sapere se già esiste quel candidato civico e chi è. Neppure i “civici” sono tutti eguali in quanto a visibilità politica, biografia professionale, capacità di rapportarsi alle persone, agli elettori. Un civico può vincere, ma se non ha esperienza e competenza non governerà in maniera soddisfacente».
La Lega può strappare l’area di centro a Nardella?
«Nardella non “possiede” l’area di centro. Deve riconquistarsela. Quella area è contendibile più che nel passato, è preoccupata, non è organizzata, quindi fluttua».
Firenze, ma anche Prato e Livorno, sono ormai diventati contendibili: perché non c’è più l’“eccezione Toscana”, il monolite rosso ad egemonia Pd?
«Non dimentichiamo che altrove, Arezzo e Siena, ma anche Massa, la contendibilità ha già portato alla sconfitta dei “rossi”. Non so se il Pd è mai stato un monolite rosso capace di egemonia. Credo, invece, che anche in Toscana sia stato un “amalgama mal riuscito” (espressione di Massimo D’Alema che se ne intende. Punto!), privo di cultura politica da trasmettere e da utilizzare per ottenere e mantenere il sostegno dell’elettorato. Il potere politicoamministrativo ha cessato di produrre altro potere e i voti necessari per riprodursi. La classe politica del Pd è chiaramente inferiore come qualità ai suoi predecessori di dieci-quindici anni fa. Non va più da nessuna parte».
E la sinistra si mobiliterà e si unirà contro l’“effetto Salvini” o crede che le divisioni, anche senza Renzi in campo, siano ormai troppo profonde?
«Non so cos’è la “sinistra” a Firenze. Quel poco di eletti e di amministratori che hanno ancora una visione che combina, giustamente, le loro preferenze personali, anche di carriera politica, con una visione di città e di Paese da costruire e da guidare potrebbero impegnarsi nella mobilitazione. Però potrebbe non essere sufficiente. Con quali idee e proposte, credibilità personale e politica la “sinistra” pensa di ricostruirsi?».
La sicurezza sarà centrale nella campagna elettorale: la Lega avrà il monopolio si questo tema? Cosa può fare la sinistra?
«Sulla sicurezza la Lega ha conquistato quella che si chiama issue ownership, possiede la tematica. È più credibile di qualsiasi concorrente. Fino ad un certo punto non è importante che risolva il problema, che non è mai uno solo. Molti elettori pensano che solo la Lega è intenzionata ad affrontarlo. La sinistra non sa fare granché e la maggioranza dei suoi elettori, sbagliando, almeno in parte, pensano che i problemi sono altri, diversi, risolvibili con una indefinita “integrazione”, con la solidarietà, con il multiculturalismo, tutto soltanto parzialmente vero, ma mai declinato in maniera convincente».
Pubblicato il 21 dicembre 2018
Si vero. E i 5s stanno consolidando sempre più la issue ownership della lega. Quanto al discorso sulla sinistra non capisco che cosa significhi declinare in maniera convincente solidarietà, multiculturalismo e integrazione. Cosa ne possono gli elettori di sinistra se si sono diffuse false credenze e fake news in tema di immigrazione e sicurezza?