Alcuni di noi, imperterriti keynesiani e socialdemocratici non pentiti, lo sapevamo e non l’avevamo mai dimenticato. Qualcuno di noi si ricordava persino di Hobbes: lo Stato nasce per fare cessare la “guerra di tutti contro tutti” dando vita a un ordine “giusto” che salva la vita (mi ripeto deliberatamente) dei cittadini. Dopodiché, lo Stato può, ma debbono essere i cittadini a volerlo liberamente e ripetutamente, anche provvedere al benessere di tutti i cittadini: welfare State. Paleo e neo-liberisti hanno negato tutto questo e hanno balordamente condotto molti Stati sulla via della sregolatezza (deregulation) e del sovranismo. Il Covid-19 ha dimostrato con crudeltà che nessuno si salva da solo. “No man is an island”, ma nell’arcipelago della globalizzazione, della epidemia per tutti, pandemia, tutti abbiamo bisogno di risposte collettive. Solo lo Stato, sorretto dalla legittimità, in grado di mobilitare risorse, economiche, mediche, culturali, capace di utilizzare al meglio le conoscenze, può rispondere alle richieste dei cittadini: regole da (fare) rispettare, sacrifici da condividere, beni da distribuire equamente. Soltanto una unione o quantomeno un coordinamento solidale e serrato fra Stati, che possiamo chiamare Unione Europea, riesce a dare risposte adeguate in situazioni di grandi sorprendenti drammatiche crisi. Ben tornati, Stato (del benessere che ricostruiremo), Europa (del nostro destino).
ACCADEMIA DELLE SCIENZE DELL’ISTITUTO DI BOLOGNA
SCIENZA APERTA
La ripresa
04 giugno 2020