Non aderisco mai ad appelli allarmisti e meno che mai a quelli che dicono che qualsiasi riforma della Costituzione si trova nel Piano di Rinascita della P2 oppure nei progetti della Cia. Più preoccupato sono dall’improvvisazione, dalla carenza di cultura politica e giuridica, dall’insostenibile tendenza al pasticcio pseudo-riformatore e alla incomprensione di che cosa sia davvero in una Costituzione democratica. Non soltanto norme giuridiche, ma un sistema architettonico fatto di diritti e di doveri, di freni e di contrappesi, di una visione di sistema politico e di società: nulla di tutto questo sanno né Renzi né Boschi né, apparentemente, i loro sdraiati costituzionalisti di riferimento(e qui colloco tutta la mia invidia di Gp, Gufo Professore). La riforma del Senato, brutta e senza senso plausibile, squilibra il sistema. La proposta di legge elettorale è soltanto un porcellinum che la Corte Costituzionale boccerà(ovvero dovrebbe). I rapporti fra Parlamento e Governo non miglioreranno. Al cittadino sovrano non viene restituito neanche un pezzetto di scettro. Ad un presidente della Repubblica, che si comporta di fatto, spesso per necessità, come Presidente semi-presidenziale, non si pone nessun argine giuridico, nel retropensiero che il prossimo Presidente, anzi, la prossima Presidente, sarà scelta, eletta e controllata dalla maggioranza di governo artificialmente prodotta dal cervellotico premio di maggioranza. Ah, les Italiens! Per fortuna che, mentre i sedicenti liberali italiani tuonano contro lobby, lacci e lacciuoli, c’è l’Unione Europea (e, qualche volta, anche se con eccesso di estremismo poco costituzionale – i Costituenti avrebbero da tempo proceduto a cambiare parecchio, anche nella prima parte: art. 7, art. 21, art. 39-40 – c’è anche il Fatto Quotidiano).
Pubblicato il 6 settembre 2014

