Davvero lancinante il trilemma delle modalità di scelta del candidato sindaco a Bologna nel quale si avvolge e si contorce, il centro-destra: fare delle sane, ma senza precedenti, primarie; pescare un “briscolone”; attendere la designazione di Berlusconi. Le tre opzioni, tutte discutibili, vale a dire che possono essere discusse, sono presenti anche in altre situazioni locali. Abitualmente, la maggioranza dei dirigenti, tranne, qualche volta, i leghisti, preferisce aspettare Berlusconi. E’ meno impegnativo, meno pericoloso (dell’essere prima sconfessati, poi, se sbagliano, sbeffeggiati), manda anche il messaggio di fedeltà e di ossequio al leader. Però, non da oggi, Berlusconi è un tappo. No, non fraintendetemi. Voglio dire che la sua indecisione blocca qualsiasi serio, effettivo perseguimento di una o di entrambe le alternative. Nessuna primaria si può tenere se Berlusconi non dichiara la sua disponibilità che, fino ad ora, non c’è stata soprattutto perché lui ritiene di saperne di più e comunque vuole affermare e ri-affermare la sua leadership proprio scegliendo le candidature. I vittoriosi, ma anche i perdenti, spesso ricompensati in altro modo, gli saranno grati. Dunque, le primarie del centro-destra a Bologna (ancora meno a Milano) non ci saranno. I potenziali elettori non verranno distolti dal divano dal quale guardano i programmi di Mediaset. E’, dunque, arrivata l’ora del briscolone?
Anche la sinistra, nelle ultime tre tornate amministrative trovatasi in difficoltà, aveva fatto balenare l’idea del briscolone. Lo sono stati, non a loro insaputa, ma certo non con il loro gradimento, sia Romano Prodi sia Pierluigi Bersani. Briscoloni di simile impatto e qualità il centro-destra cittadino non ne ha proprio nessuno. Potrebbe importarlo e paracadutarlo come ha fatto, per esempio, facendo eleggere senatore proprio a Bologna il milanese Franco Carraro, già anche sindaco di Roma. Non scriverò “chi l’ha visto?”, ma il suo impatto sulla politica locale non mi è finora parso significativo. Non mi interrogo sulla fantasia politica di quel che rimane di Forza Italia, ma penso che sarebbe molto più opportuno che andasse a cercare qualcuno che conosca Bologna e che abbia voglia di fare campagna elettorale e poi, qualora sconfitto/a, intenda rimanere a fare politica in città per costruire con pazienza un’alternativa potenzialmente vincente. Dovrebbe essere un candidato/a che viene dalla società civile? Non sarà facile trovare un Guazzaloca vicino alle (poche) idee di Forza Italia, ma qualche uomo e qualche donna giustamente ambiziosi, disposti a dare una parte della loro attività professionale di successo a migliorare il governo della città di Bologna, sicuramente c’è.
Pubblicato il 1°ottobre 2015