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Il confronto tra banco e Pd nel mare della sinistra #sardine #FormicheRivista @formichenews

In FORMICHE RIVISTA n. 156
Politica in movimento. Sardine, grillini e non solo. Una radiografia
pp. 15 16

 

I movimenti nascono quando una società è viva e quando l’insoddisfazione nei confronti del suo funzionamento e di quello della sfera politica è altrettanto viva e vivace. La fase di effervescenza vede il mobilitarsi di alcuni/molti settori di quella società intorno ad una tematica generale che non ha bisogno di essere né precisata né declinata. Ci si trova insieme, si sta insieme, si agisce insieme poiché esiste un idem sentire. In qualche situazione, il mobilitatore è un leader già noto, subito riconoscibile. È stato il caso di Beppe Grillo che poteva utilizzare/sfruttare non soltanto la sua notorietà, ma anche le sue doti di comico e attore. In altre situazioni, la mobilitazione può prendere le mosse dalla critica nei confronti di un “nemico”, lui sì molto noto e anche controverso: Matteo Salvini. Anche il Movimento 5 Stelle individuò/trovò rapidamente il suo nemico: la Casta (strada spianata da non pochi giornalisti italiani) e contro la Casta ha costruito gran parte della sua fortuna politica e elettorale.

Le Sardine hanno usato il (loro) nemico principalmente per connettersi, per espandersi, per frequentare le piazze, per lanciare messaggi di politica seria e sobria. Non “seria” (a volte scherzosa, più spesso sarcastica), non sobria, ma sopra le righe e gridata, anche volgare (talvolta consapevolmente, talaltra per incapacità di fare diversamente) è stata la politica di Grillo e dei Cinque Stelle. Indossato la cravatta, i Cinque Stelle “di governo”, hanno cambiato di pochissimo il lessico, togliersi la cravatta, per i Cinque Stelle “di lotta”, significa tornare al popolo proprio mentre questo “popolo” se ne sta andando, con la sua solo parzialmente diminuita irritazione, ferma restando la sua insoddisfazione.

In una certa misura, il Movimento 5 Stelle s’è fatto, proprio come indicato più di quarant’anni fa da Francesco Alberoni, istituzione. In maniera riluttante, dimenandosi fra contraddizioni, respingendo le responsabilità, sostenendo di volere mantenere un’impossibile purezza (di cosa? di comportamenti? si può; di solitudine? impossibile), i Cinque Stelle sono entrati nel vortice del governo, in qualche modo, “istituzionalizzandosi”. Non del tutto a loro insaputa, ma non sapendo come “difendersi” dagli imperativi delle scelte da fare e non fare. Nella loro fase di movimento, le Sardine stanno raccogliendo insoddisfazione che incanalano verso la sinistra mirando soprattutto a svegliarne i dormienti e a raggiungerne le sparse membra.

Se i Cinque Stelle dicono di non essere né di destra né di sinistra (ma “confusi” nello schieramento sociopolitico), le Sardine nascono, stanno, nuotano, si muovono nella sinistra, quella non partitica non organizzata non ufficiale. La smuovono? In Emilia-Romagna in parte sì. Altrove lo si vedrà. Privi di un capo fanno affidamento sui quattro promotori. Nella misura in cui si estendono incontrano problemi di composizione di diversità, non di conformismo. Da più parti si chiede loro il passo dell’istituzionalizzazione. Difficile da compiere, ma qualche rafforzamento organizzativo è nelle cose/nelle corde, questo passo sembra prematuro. Il futuro è solo in parte nelle loro mani. Dipende dalle scadenze elettorali e, soprattutto, dipende dal campo della politica, del PD e delle sinistre. Debbono chiedere apertura e valutare le modalità e le possibilità di inclusione, senza farsi disgregare e/o fagocitare.

Con energia e intelligenza, approfittando delle circostanze favorevoli, Grillo si creò un grande spazio, lo colmò, lo sfruttò. Parte della spazio a sinistra è occupato da un attore, il PD, tutt’altro che “movimentista” e che non si è mai neppure mostrato disponibile ad aperture. La sfida incombente riguarda entrambi: le Sardine e la piccola, ma astuta, casta dei dirigenti del PD. Contaminazione fu la disattesa parola chiave dei fondatori del Partito Democratico. Andare oltre è oggi indispensabile verso la “circolazione” di chi dirige, anche per garantire alle Sardine che verranno l’agibilità politica che serve a ridurre l’insoddisfazione e a incoraggiare l’azione. Se no, mare aperto.

 

Gianfranco Pasquino è Professore Emerito di Scienza Politica. Di recente ha pubblicato Minima Politica. Sei lezioni di democrazia (UTET 2020) e Italian Democracy. How It Works (Routledge 2020).


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