No, l’Umbria non è l’Ohio, lo stato sempre in equilibrio fra repubblicani e democratici, spesso decisivo per eleggere il Presidente USA. La regione Umbria, che è stata solidamente “rossa” dal 1970 ad oggi, si trova in bilico. È diventata, come si dice con termine tecnico, “contendibile” poiché è emerso un grosso scandalo nel sistema sanitario che ha coinvolto il Partito Democratico. Lasciando alle indagini della magistratura la parte più propriamente legata a reati, si potrebbe sostenere, e sono disposto a farlo senza nessuna difficoltà, che qualsiasi sistema politico, anche regionale, nel quale non si produce alternanza per un lungo periodo di tempo, è destinato a degenerare. È una lezione politica da imparare in tutta la sua pregnanza, valida sempre. Il resto va affidato, come in tutte le democrazie, ai politici e agli elettori dell’Umbria ai quali il (poco)centro-(molta)destra, ricompattatosi, offre proprio la possibilità di mandare a casa coloro che hanno governato per tanto/troppo tempo.
Al fine di evitare una probabile vittoria del centro-destra, tuttora in testa nei sondaggi, il Partito Democratico ha perseguito con determinazione la via dell’unico accordo possibile, quello con il Movimento 5 Stelle che, pur non pienamente convinto, ma consapevole delle sue difficoltà, lo ha accettato. Ne è emersa una competizione bipolare, che molti, ad esempio, il segretario del PD, Nicola Zingaretti, considerano un buon inizio che potrebbe essere esteso un po’ in tutta Italia. A questo punto, il duello centro-destra/PD+5Stelle ha acquisito significati importanti che raramente si trovano nelle elezioni regionali. Ovviamente, l’ elettorato umbro è consapevole che vota per il Consiglio regionale e per il Presidente della Regione. Dunque, si farà guidare anche da questa considerazione. Però, è inevitabile, logico e persino giusto che una parte non piccola di elettori desideri che il loro voto serva a qualcosa di più. Infatti, il centro-destra ha chiesto un voto che serva anche a dare una spinta verso la conquista del governo nazionale, all’insegna del motto (che m’invento)” il centro-destra unido jams será vencido.
Certamente, Salvini rivendicherà l’eventuale vittoria come ennesimo segnale che nel paese esiste una maggioranza opposta a quella rappresentata dal governo guidato da Conte che in questi giorni ha alzato il tiro della critica proprio contro il capo della Lega. La sconfitta della coalizione PD-5 Stelle significherebbe che l’elettorato umbro non ha voluto premiare la strategia del segretario del PD di portare l’alleanza, che non tutti i Cinque Stelle sembrano condividere, anche in altre realtà locali. Tempi brutti si addenserebbero anche sul futuro dell’Emilia- Romagna, altra regione simbolo della sinistra. Insomma, circa settecentomila elettori umbri hanno nelle loro mani (e nelle loro menti) un voto pesante. Non è detto che serva a cambiare il governo, ma obbligherà i governanti a riflettere seriamente su cosa fare e come andare avanti.
Pubblicato AGL il 27 ottobre 2019