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L’uomo solo al comando resta solo

Il fatto quotidiano

Intervista raccolta da Emiliano Liuzzi per Il Fatto quotidiano

Professor Pasquino, partiamo dalle reazioni? Renzi dice che l’affluenza non è la cosa più importante.

Mi sembra un commento post moderno. Post tutto. Post it, quegli adesivi che si attaccano e staccano. Poi si buttano.

Lei è il più autorevole dei politologi di quell’area che un tempo si chiamava sinistra. Ha insegnato ad Harvard. È stato anche parlamentare. Oggi è il critico più severo del suo stesso partito.

Non sono mai stato del Pd. Ma non c’entra niente. In Emilia Romagna ha votato la metà delle persone rispetto al 2010, e la percentuale era già bassa. Il Pd perde centinaia di migliala di dettori, non ha più iscritti e non si confronta più con la base. Non posso che essere critico.

Ma non è che perdere iscritti e voti rientri in un disegno lucido?

In un disegno sicuramente, quanto sia lucido non saprei. La sinistra si confrontava, interloquiva, era un grande movimento per questo motivo. Senza questo ha un uomo solo al comando che non si rende conto di essere destinato a rimanere solo e basta. Un giorno non avrà più nessuno.

Ha vinto Stefano Bonaccini. Può governare con un consenso che si aggira attorno al 16 per cento se calcoliamo gli astenuti?

Potrebbe farlo. Con una buona squadra che non risponda alle logiche di correnti. Ma non sarà così.

Cosa prevede?

Molti fiorentini, qualche nipote di Prodi. Questa sarà la giunta.

Si aspettava questi numeri?

No. Non pensavo sotto il 50 per cento.

Non le pare di rivivere i tempi in cui Guazzaloca si prese Bologna?

No, siamo di fronte a fenomeni diversi, allora il centrosinistra perse, questa volta comunque ha vinto. Di uguale c’era l’atteggiamento del partito, oggi arrivato al culmine. Mi spiego. Non era diversa la Bartolini quando parlava in maniera molto sprezzante di un macellaio come avversario. Quel macellaio era uno che aveva lavorato, Bartolini no. La stessa cosa è Bonaccini, uno che non ha mai lavorato se non nel partito, ma che non riesce a trattare con i suoi dettori, con la base che non c’è più. Scomparsa.

Era l’idea di Veltroni, più o meno. Giusto?

Era un percorso che ha prodotto questo.

Astenersi dal voto cosa vuol dire?

È il segnale peggiore. Vuoi dire che il tuo elettorato lo hai maltrattato, non l’hai ascoltato. Dentro o fuori dal cerchio magico è la logica renziana. Vuoi dire che non esiste democrazia.

Il Movimento 5 stelle ha vinto, come sostiene Grillo?

Ha guadagnato 30mila voti rispetto alle passate regionali. Questo è un dato che nessuno può negare. La protesta esiste, e si chiama Grillo, appunto. Chi pensava non esistesse più ha sbagliato. Da parte sua il comico genovese ci mette una assoluta incapacità conclamata nel guidare il movimento.

Forza Italia e Lega?

Il partito di Berlusconi paga la catastrofe di un’assenza di classe dirigente. La Lega non ha vinto. Ha perso 25mila voti rispetto al 2010.

Pubblicata il 25 novembre 2014


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